
(ANSA) – ROMA, 07 GEN – ”Avevo appena visto Mo Salah segnare
contro l’Aston Villa, sorseggiando mezza birra, quando ho
cominciato ad avere le vertigini. Mi sono chinato in avanti e mi
sono messo la testa tra le gambe. Mi sono svegliato pochi minuti
dopo in una pozza di sangue, il collo in una posizione
grottescamente contorta, mia moglie in ginocchio accanto a me.
Sembrava un modo miserabile e ignobile di morire”. A raccontare
il suo dolore è Hanif Kureishi, lo scrittore e drammaturgo
anglo-pakistano che è stato ricoverato a Roma, in
terapia intensiva, al Policlinico Gemelli subito dopo aver avuto
un malore il 31 dicembre. L’autore del ‘Il Budda delle
periferie’, 68 anni, vive a Londra, e si era sentito male poco
dopo essere sbarcato nella capitale, dove era arrivato per
trascorrere le feste. Ora racconta su twitter la sua drammatica
esperienza attraverso il profilo del figlio maggiore.
”Dal pavimento mia moglie ha sentito le mie grida frenetiche.
Mi ha salvato la vita – racconta ancora Kureishi – e mi ha
tenuto calmo. Per alcuni giorni sono stata profondamente
traumatizzato, alterato e irriconoscibile a me stesso. Sono in
ospedale. Non riesco a muovere le braccia e le gambe. Non posso
grattarmi il naso, fare una telefonata o nutrirmi. Come puoi
immaginare, questo è umiliante, degradante e un peso per gli
altri”, racconta ancora lo scrittore.
”Ho subito un’operazione alla colonna vertebrale e negli
ultimi giorni ho mostrato piccoli miglioramenti. Ho sensibilità
e un po’ di movimento in tutti gli arti, e inizierò la
fisioterapia e la riabilitazione il prima possibile”. Quindi,
racconta ancora Kureishi al momento le sue condizioni sono
drammatiche. ”Non è chiaro se potrò mai più camminare o se
potrò mai per tenere in mano una penna, se c’è un’assistenza di
cui sarei grato, sarebbe per quanto riguarda l’hardware e il
software con assistenza vocale, che mi permetteranno di
guardare, scrivere – e ricominciare a lavorare, e continuare una
specie di mezza vita”, si appella quindi ai suoi lettori. ”Se hai qualche idea su come potresti aiutare, per favore
commenta qui sotto e mio figlio si metterà in contatto.
Voglio ringraziare tutti i miei lettori per il loro amore e
supporto nel corso degli anni”. E ringrazia anche i medici e
gli infermieri del Policlinico Gemelli di Roma ”per tutta la
loro straordinaria gentilezza, competenza e attenzione”. Però
si chiede: ”Ogni sera, prima di salire le scale, accendo la
lavastoviglie, apro la finestra e raggiungo mia moglie, mi
chiedo quante più opportunità ci saranno per queste felicità
domestiche”. (ANSA).
—
Fonte originale: Leggi ora la fonte