Higuain e Callejon domano la Lazio e il Napoli eguaglia il suo record di vittorie consecutive: 7 come nel 1988.

NapoliHiguain e Callejon domano la Lazio e il Napoli eguaglia il suo record di vittorie consecutive: 7 come nel 1988. Alla Juve basta un autogol per piegare anche il Genoa e superare il proprio primato di due anni fa, con 13 successi in fila. Turno infrasettimanale ok anche per le altre big.
La Juve ha fatto 13, il Napoli cala il settebello. Si va avanti così, senza che nessuna delle due fuggitive mostri il minimo segno di cedimento. E se è vero che a un certo punto avevamo fatto la bocca all’idea di una bagarre tra più squadre fino al termine per lo scudetto, questo braccio di ferro a due diventa ogni giorno più entusiasmante, in attesa della resa dei conti del 13 febbraio allo Stadium.

Higuain ormai butta dentro qualunque cosa transiti dalle sue parti e con qualunque parte del corpo. Anche di pancia dopo un tiro sbagliato respinto dal portiere. Aggiorniamo il pallottoliere: fanno 23 gol in 23 partite e 5 gare consecutive a segno (con 7 reti in questo frangente). Da inizio stagione il Pipita ha timbrato in 16 partite su 23. E contro la Lazio, stavolta, si è persino contenuto, se è vero che in 6 confronti con i biancocelesti in campionato non solo ha sempre trovato il bersaglio, ma la sua media sfiora addirittura i due gol a partita. Sono 11 per la precisione, con una tripletta e 3 doppiette. Un incubo, né più né meno. Adesso poi che si è sbloccato pure Callejon (4 gol in altrettante partite nel ritorno, dopo un girone d’andata di digiuno assoluto), il potenziale offensivo a disposizione di Sarri fa davvero paura. Una Lazio depotenziata da squalifiche e infortuni ha potuto davvero poco all’Olimpico e la settima vittoria consecutiva del Napoli, che eguaglia così il proprio record della stagione 1987-’88, arriva all’insegna del primo “clean sheet” del 2016: l’ultimo risaliva a Napoli-Roma (0-0) del 13 dicembre.

La Juve quest’anno non farà 102 punti come quella di Conte due anni fa. Ne ha persi troppi nella fase iniziale per poterci riuscire (al massimo potrebbe arrivare a 96). Ma in una cosa ha già fatto addirittura meglio: nessuna versione della Vecchia Signora aveva mai ottenuto 13 vittorie consecutive in 87 anni di serie A a girone unico, quella si era fermata a 12. Adesso davanti c’è solo l’Inter 2006-’07, con i suoi 17 successi in fila dall’8ª alla 25ª giornata (la 22ª era stata rinviata per l’omicidio dell’ispettore Raciti a Catania). E, curiosamente, se la Juve dovesse superare anche Frosinone, Napoli e Bologna, avrebbe l’opportunità di eguagliare il record allo Stadium proprio contro i nerazzurri, per poi eventualmente batterlo a Bergamo la settimana dopo. Quella di ieri, però, non è stata la consueta recita dei bianconeri, che col Genoa hanno trovato i 3 punti solo grazie a una sfortunata deviazione di De Maio su un cross di Cuadrado e, pur non concedendo grandi opportunità agli avversari, hanno tenuto in bilico il risultato fino al termine senza fare granché per chiudere il discorso anzitempo. E per giunta hanno finito in 10 (espulso Zaza) e soprattutto perso, probabilmente per il resto della stagione, Caceres, vittima di un brutto infortunio al tendine d’Achille. Niente a che vedere con i fuochi d’artificio di domenica col Chievo, insomma, anche se ipotizzare una flessione, alla luce di una singola partita, appare quantomeno prematuro.

E’ stato un turno infrasettimanale positivo per tutte le big, anche se alcune hanno sofferto più del lecito. La Fiorentina, ad esempio, che ha avuto bisogno di un coniglietto estratto dal cilindro da Zarate al 93′ per aver ragione al Franchi di un Carpi fin qui imbattuto nell’anno nuovo, e così l’Inter, che col Chievo è tornata alle sue care vecchie abitudini. Dice il saggio: se sei stufo di vincere di misura, prova a perdere 3-0 due partite di fila e vedrai come sarà dolce il decimo 1-0 stagionale. Risolve Icardi, mentre un egiziano e mezzo rilanciano la Roma. Spalletti azzarda Perotti in campo ad appena due giorni dal precedente impegno col Genoa, per giunta schierandolo nell’inedita posizione di “falso nueve” per l’assenza di Dzeko, e riceve un bacio dalla sorte a Reggio Emilia. Dopo un grande primo tempo, griffato dal gol di Salah, infatti, la Roma subisce il ritorno del Sassuolo e solo un rigore scagliato sulla traversa da Berardi la salva dall’1-1 nel finale. Poi ci pensa El Shaarawy ad arrotondare col suo secondo timbro in due apparizioni in giallorosso. Non male come impatto. E a completare il percorso netto delle prime 6 della classifica è il Milan, che con Bacca e Niang passa a Palermo confermando i segnali di crescita del derby.

Completano il quadro quattro partite decise nel finale. Il Frosinone torna al successo piegando il Bologna con un rigore di Dionisi al 77′, il Verona spezza l’incantesimo cogliendo in rimonta sull’Atalanta la sua prima vittoria in 23 partite (risolve Pazzini all’83’), l’Empoli sbaglia un rigore ma agguanta comunque l’Udinese con la stoccata di Pucciarelli al 90′, mentre il Torino, da quando è arrivato Immobile, ha trovato i gol… di Belotti. E’ lui a rispondere a Muriel a metà ripresa ed è ancora lui a gelare il Ferraris allo scoccare del 4′ e ultimo minuto di recupero, vanificando anche la perla di Soriano. Gli ultimi 6 gol granata portano tutti la firma del Gallo, in un modo o nell’altro: 5 reti personali e un assist. La Samp si consola con l’aggancio al Genoa e l’allungo a +5 sul Carpi.

Non è stato un turno entusiasmante sul piano realizzativo, come spesso accade in occasione degli infrasettimanali. Appena 21 le reti totali, con Belotti unico giocatore in grado di concedere il bis e ancora due rigori sbagliati su 4 tentativi: di Karnezis l’unico +3 (su Saponara), mentre Berardi scheggia la traversa. A segno dal dischetto i soli Dionisi e Niang. Scarso il contributo

di centrocampisti (appena due gol, di Valero e Soriano) e difensori (uno solo: il primo in carriera del giovane atalantino Andrea Conti), mentre gli attaccanti hanno firmato 17 delle 21 segnature totali (completa il quadro l’autogol di De Maio). Oltre al citato Conti, trova il suo primo gol stagionale Siligardi, mentre Zarate torna su un tabellino di serie A a distanza di quasi 4 anni. L’ultimo suo centro nel nostro campionato risaliva infatti al 29 aprile 2012 (Lazio-Cesena 2-1). (…) La Repubblica