Un corpo di donna, recuperato all’interno della struttura dell’hotel Rigopiano, porta a 16 il numero delle vittime trovate dai soccorritori. I dispersi, per i quali la speranza è un filo sempre più sottile, sono dunque 13. Cinque corpi, tre uomini e due donne, sono stati estratti nella notte tra lunedì e martedì. L’ultima vittima identificata è Linda Salzetta, l’estetista del Rigopiano e sorella di Fabio, il tuttofare dell’hotel, sopravvissuto alla tragedia. L’hanno ritrovata lunedì pomeriggio, il giorno del suo 31esimo compleanno. Ed era dove aveva detto fin dall’inizio il fratello: dietro una nicchia in cucina.
Delle salme transitate dall’obitorio di Pescara, cinque sono state restituite alle famiglie, delle altre dieci, una è stata identificata, le altre nove sono in corso di identificazione. Dopo gli accertamenti medico legali e l’identificazione, nelle prossime ore si passerà alla fase più delicata delle comunicazioni ai familiari da parte delle autorità. A presidiare la sala in cui è stato allestito il punto di raccolta dei parenti ci sono le forze dell’ordine.
Il muro
I vigili del fuoco hanno cercato martedì di aprire un varco nel muro che separa la cucina dal bar: un muro portante spesso 80 centimetri. in precedenza hanno r controllato tutta la zona dove prima della valanga c’era la hall, finito di ispezionare il centro benessere, la «zona ricreativa» dove – in due ambienti diversi – sono stati salvati prima Adriana Parete e suo figlio Gianfilippo e poi i tre piccoli Edoardo, Ludovica e Samuel. Accertato che quella che erano le stanze prima delle cucine sono ridotte ad un cumulo di detriti, non restano che quei due locali: la cucina e, soprattutto, il bar. «Dobbiamo entrare lì dentro, è l’unica zona del corpo centrale dell’hotel, quella dove presumibilmente era la maggior parte delle persone, dove ancora non siamo arrivati. Speriamo che sia integro» dice chi scende dalla montagna. Certo, restano da ispezionare anche le camere, ma la maggior parte sono state travolte dalla violenza della valanga e dunque, se qualcuno era lì dentro, trovarlo ancora in vita è impresa a cui non credono neanche questi uomini che lavorano senza sosta da sei giorni. Le immagini d’altronde sono implacabili: il tetto ha schiacciato i piani uno sull’altro e dove c’erano le stanze è rimasto soltanto un cumulo di macerie e pezzi di pilastri sventrati.
La possibilità che ci sia qualcuno in vita teoricamente c’è
Il bar, dunque. Se lì dentro è rimasta una sacca d’ossigeno, la possibilità che ci sia qualcuno in vita teoricamente c’è. È un filo sottilissimo, ma è ancora integro. Lo ripetono gli esperti e lo dicono i soccorritori, che per questo stanno facendo di tutto per accelerare le operazioni di ricerca nonostante continui a nevicare e la nebbia impedisca agli elicotteri di volare. Nell’area dell’hotel lavorano decine di uomini del soccorso alpino e della Guardia di Finanza, che continuano a scandagliare i metri di neve che ancora sovrastano il Rigopiano, mentre 70 vigili del fuoco, dei 150 che a rotazione operano in zona rossa, sono impegnati 24 ore al giorno nelle ricerche all’interno della struttura.
Edoardo e Samuel tornano a casa
Intanto, con le ricerche dei vivi ancora in corso, sono iniziate le cerimonie in ricordo dei morti. Una maglia dell’Inter sulla bara del maitre dell’hotel, Alessandro Giancaterino e i ragazzi della Croce Rossa per Gabriele D’Angelo, prima dei funerali. Chi è sopravvissuto, invece, torna a casa: dall’ospedale di Pescara sono stati dimessi sia la famiglia Parete – l’unica che, comunque vada, da quest’immensa tragedia è sopravvissuta davvero – e i due fidanzati di Giulianova Vincenzo Forti e Giorgia Galassi. Dimessi martedì a mezzogiorno anche Edoardo Di Carlo, 9 anni, e Samuel Di Michelangelo, 7, i due bimbi uniti dallo stesso infame destino. Il primo ha perso entrambi i genitori, morti sotto alle macerie dell’albergo, mentre quelli del secondo sono ancora tra i dispersi. I bimbi, in buone condizioni di salute, ieri avevano espresso il desiderio di restare qualche altra ora nel reparto di Pediatria. Poi, oggi, hanno lasciato l’ospedale. Edoardo è stato affidato ad un fratello maggiorenne ed è andato via con i parenti, Samuel ha lasciato la struttura sanitaria insieme ai nonni. Mentre Edoardo è stato informato della morte dei genitori, Samuel, a quanto appreso, sa che mamma e papà sono in ospedale, feriti. Nei giorni di ricovero i bambini sono stati assistiti dai medici e dal personale della Pediatria, con il supporto degli psicologi della Asl. Il Corriere della Sera