“La gente non e’ cattiva, e’ che non vede”.
Questo fa’ dire lo scrittore Alber Camus ad un personaggio dei suoi racconti. Riflettendoci viene da pensare che molti mali del nostro tempo abbiano a che fare con questa frase.
“La gente non vede” e’ un peccato della modernita’, perche’ oggi abbiamo gli strumenti per sapere tutto cio’ che succede nel mondo, pero’ “non vediamo”.
E’ il prezzo che si paga per certi vantaggi che alcuni di noi hanno rispetto ad altri. Il “non vedere” appare come un peccato essenziale, da cui ne derivano altri ancora, peggiori.
Questo scrive Savater, filosofo spagnolo, nel suo libro, i sette peccati capitali.
La superbia è un male comune. Dilaga. Poche persone ne sono scevre, io certamente non faccio parte di queste ultime. Il problema è quando la Superbia diventa un veleno. Conosco delle persone, una in particolare che ormai è affogata sotto il mare della Superbia. Spero che vada bene la sua vita. Ma non credo.
Nella politica la superbia è un “virus” presente e latente, che non trova pietà per le persone di buona volontà, in questa nuova “terra politica sammarinese” i peccati capitali rischiano di aver il sopravvento, veti incrociati, vecchi marpioni, impresentabili baroni e servi del mattone, sembrano incunearsi nell’agone prossimo governativo.
Il proscenio è occupato da un piccolo gruppo di esseri umani che vivono in branco, come accade per altre specie in cui vige un’organizzazione sociale. Su di loro domina un maschio tirannico e dispotico che è sollevato dalle fatiche del raccogliere e del cacciare. Giace con le donne dell’orda che tiene tutte per sé: uccide i giovani maschi che osano sfidare la sua leadership.
E’ il superbo . Pur essendo egli isolato, i suoi atti intellettuali sono liberi ed autonomi, la sua volontà non ha bisogno di essere rafforzata da quella degli altri. Per conseguenza si suppone che il suo Io sia scarsamente legato libidicamente, che non ami nessuno all’infuori di sé medesimo e che ami gli altri solo se e in quanto servono ai suoi bisogni. Il suo Io non cede agli oggetti nulla che non fosse strettamente indispensabile”. Freud , definisce così IL SUPERBO…………
la superbia, e i peccati capitali, rappresentano sette tappe che scivolano nell’abisso della coscienza umana, in un clima da cerimonia segreta, una indagine eccentrica e magnetica che cerca di conciliare, fra nuove fratture e antiche armonie, la possibile convivenza dei linguaggi e delle espressioni , nella politica producono una frattura inconciliabile con il popolo sornione , una evidente continuità con il passato più negativo, una rappresentazione di impotenza sul potere nascosto.
ATTENZIONE DUNQUE , non si “rapini” il voto dei sammarinesi per rappresentare un passato che non deve e non può tornare!!!!!!!!!
vostra “colendissima”spam