San Marino, i forzati dell’accordo di Associazione all’U.E. – …di Augusto Casali

A San Marino esiste un nutrito gruppo di forzati dell’Accordo di Associazione all’Unione Europea, guidato dal Capo della diplomazia sammarinese, che da anni spostano i massi da un punto all’altro ma che alla fine della giornata si ritrovano sempre nello stesso posto, né un metro avanti, né un metro indietro, e parlano tra di loro e si danno ragione e fantasticano di un mondo migliore, dove le opportunità per i San Marino si moltiplicheranno nel mercatone di 400 milioni di persone e i 34.000 sammarinesi faranno sfracelli in quel mondo oggi dominato da multinazionali, banche, lobby e corporazioni.

Stanno insomma lavorando per noi sammarinesi, che però non dobbiamo rompere le scatole con questa bizzarra idea dei referendum, tanto i semplici mortali non possono capire e quindi è inutile che si esprimano, perché la democrazia è bella, a parole, fa elegante, intellettuale, impegnato, ma è davvero un intralcio per una maggioranza, consorteria compresa, così illuminata da non indovinarne una neppure per sbaglio.

Ricordate? Era il dicembre 2023 quando il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, che è lo stesso di oggi, dichiarava la chiusura del negoziato con gli emissari U.E. e, alla vigilia delle elezioni politiche generali annunciava l’imminente firma. Da allora sono passati ad oggi quasi due anni, 23 mesi, 92 settimane, 700 giorni circa scanditi da periodici annunci di firma imminente, senza però che si maia successo nulla.

Ma ancora si continua: leggo il titolo di una testata online riferita alla recente conferenza stampa del Congresso di Stato: “Accordo di associazione Ue, la firma ci sarà. Siamo solo in attesa del quando”. Esatto. Come volevasi dimostrare siamo esattamente rimasti fermi al dicembre 2023.

Nel frattempo, è venuto fuori “L’addendum”, cioè il chiarimento preteso dall’Italia sulla vigilanza finanziaria, che non è cosetta da poco, ma che ancora oggi è un mistero inaccessibile per i cittadini sammarinesi che devono continuare ad ignorare. Sembra impossibile nel Paese dell’antica libertà eppure è così!

Ma soprattutto, in questi giorni è venuto fuori un fatto nuovo, che nessuno, io credo neppure tutti i membri del Governo, sapeva. Da quel che ho capito, visto che il Capo del Governo andorrano, Xavier Espot, si doveva recare all’Eliseo per ricevere l’ambita Legione d’Onore, ha colto l’occasione per un colloquio con il Presidente francese Macron, al quale ha consegnato una lettera firmata anche dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri di San Marino (ma che modo è di concepire la politica estera di uno stato? E la dignità dove la mettiamo?) per pietire benevolenza affinchè il negoziato con l’Ue in pratica non sia considerato “misto”. Macron ha risposto qualche giorno dopo con una nota inviata a Espot e Beccari e in modo gentile ma fermo ha ribadito che la Francia non intende accogliere l’eccezione richiesta e l’Accordo sarà misto; ma è così che si lavora in diplomazia? Che figura barbina! Ma come ci siamo ridotti?

La verità è che la posizione francese, ammesso che non ce ne siano altre simili, complica enormemente le cose, perché la Commissione Europea viene esautorata e tutti i 27 governi dei paesi componenti l’Ue dovranno ratificare l’Accordo e devono essere unanimi nel giudizio finale, se anche un solo paese fosse contrario, l’Accordo salterebbe. Ormai la vicenda è precipitata nell’imbuto, ma i nostri eroi forzati dell’Accordo di associazione, ancora oggi minimizzano, fanno finta che non sia successo nulla, anzi rilanciano compromettendo sempre di più il Paese a cui è vietato di votare. Hanno aderito alle sanzioni nei confronti della Russia, si sono giocati la neutralità attiva, fortuna che le nostre balestre non hanno frecce esplosive, altrimenti avremmo sicuramente inviato qualche arma anche noi. Sembra che la storia non abbia insegnato nulla e si mettono allegramente a rischio identità e sovranità della Repubblica.

Quel che un po’ mi meraviglia è che tutta la consorteria che fa capo a chi deve portare a casa qualche risultatino per la propria organizzazione, a forze politiche imbarcate al Governo per grazia di Dio, quelle rimaste fuori ma che sperano di entrare al prossimo giro e anche quelle che timidamente, troppo timidamente, si sono espresse con un filo di voce a favore di un referendum in cui a decidere fosse il popolo, sopportino da anni questo spettacolo penoso, senza proferire parola e senza manifestare il disagio che sono costretti a subire.

Ora ci manca che il condottiero della fu politica estera sammarinese ricorra all’entrata in vigore provvisoria e unilaterale, dell’Accordo, così intanto dovremo sopportare nuovi sacrifici per adeguarci alle migliaia di norme e raccomandazioni comunitarie, rivoluzionare il nostro sistema economico, finanziario, giuridico e burocratico, con la possibilità, oggi molto concreta, che uno dei 27 Paesi dell’Ue si opponga all’Accordo, così il fallimento sarebbe davvero completo e ci si ricoprirebbe di ridicolo internazionale.

Chi può, se c’è qualcuno che può, fermi questa politica estera che ha raggiunto livelli inimmaginabili, praticamente rasoterra!

Augusto Casali