Quando si parla di lupi, il predatore è sempre innocuo e l’uomo sempre il cattivo che lo perseguita.
La realtà, però, è più complessa. Dal 2000 a oggi nel mondo si sono registrati diversi attacchi di lupi a esseri umani, alcuni con esiti mortali, altri con feriti anche gravi. Episodi rari, certo, ma che non si possono ignorare, soprattutto perché in alcuni casi hanno coinvolto bambini.
Gli attacchi in Italia
Per decenni ci siamo detti che “in Italia il lupo non attacca l’uomo”. Questo è stato vero fino a pochi anni fa, ma negli ultimi tempi la cronaca ha iniziato a raccontare un’altra storia.
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Roma, Parco delle Sabine (10 settembre 2024): un bambino di soli 4 anni è stato aggredito da un lupo mentre giocava. L’animale lo ha afferrato e trascinato, ferendolo alla schiena e alle gambe. Solo l’intervento di alcuni presenti ha evitato il peggio. Il piccolo è finito in ospedale, fortunatamente fuori pericolo, ma con ferite da morso che resteranno come cicatrici fisiche e psicologiche.
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Casalbordino, Abruzzo (7 settembre 2024): pochi giorni prima, un turista di 49 anni, in spiaggia con la famiglia, è stato morso da un lupo al ginocchio. Soccorso e medicato, ha riportato ferite non gravi ma l’episodio ha destato scalpore: un attacco diretto in pieno giorno.
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Finale Ligure (16 agosto 2024): un ragazzino di 13 anni è stato morsicato alla gamba da un lupo. Una ferita superficiale, ma abbastanza per far capire che il confine tra “lupo che osserva da lontano” e “lupo che azzanna” non è più invalicabile.
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Vasto e dintorni (2022–2023): qui la situazione è stata più grave e ripetuta. In poco più di un anno si sono registrati 15 attacchi a persone, con 13 feriti ricoverati. Il lupo responsabile è stato catturato e identificato come un esemplare selvatico, non un cane o un ibrido. Segno che anche il lupo “vero” può diventare pericoloso quando perde la diffidenza verso l’uomo.
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Folgaria, Trentino (15 gennaio 2022): un uomo di 30 anni è stato circondato da un branco di 7 lupi. Non è stato ferito, ma il suo cane è stato sbranato davanti ai suoi occhi. Per mezz’ora ha vissuto un incubo, accerchiato senza via di fuga.
Questi episodi dimostrano che il “tabù del lupo buono” è crollato anche in Italia. Certo, parliamo ancora di casi isolati, ma reali, concreti, certificati. La situazione si sta evolvendo ed in peggio.
Gli attacchi in Europa
Se guardiamo al resto del continente, la situazione è ancora più evidente e citiamo alcuni casi solo di quest’anno
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Paesi Bassi, Austerlitz (30 luglio 2025): un bambino di 6 anni è stato trascinato da un lupo nei boschi. Morso alla schiena e sotto l’ascella, è stato salvato solo grazie al coraggio di alcuni adulti che hanno affrontato l’animale a bastonate.
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Paesi Bassi, Hoge Veluwe (aprile 2025): una donna è stata morsicata due volte alla gamba mentre correva nel parco naturale. Anche qui, l’animale non era rabbioso, ma semplicemente un lupo diventato troppo confidente.
Questi episodi, in un Paese come l’Olanda dove fino a pochi anni fa il lupo era assente da secoli, hanno creato enorme clamore e acceso il dibattito sulla convivenza.
Gli attacchi nel mondo
Altrove, gli attacchi sono stati purtroppo più drammatici.
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India, distretto di Bahraich (marzo–settembre 2024): una vera e propria strage. In pochi mesi i lupi hanno ucciso 10 persone, tra cui 9 bambini, e ferito oltre 30 abitanti. Scene che ricordano le cronache medievali: bambini trascinati via di notte dai villaggi.
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Afghanistan e Iran (2000–2020): numerosi attacchi, spesso legati a lupi rabbiosi. In aree rurali prive di controlli sanitari, la rabbia è stata la causa di centinaia di aggressioni.
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USA, Alaska (8 marzo 2010): il caso più noto nel mondo occidentale. Candice Berner, 32 anni, insegnante, è stata uccisa da un branco di lupi vicino a Chignik Lake mentre faceva jogging. Le indagini hanno confermato un attacco predatorio, non rabbioso: un episodio rarissimo, ma che ha fatto il giro del mondo.
Dal 2000 a oggi, i numeri restano bassi se paragonati ad altri rischi naturali o animali.
Ma il dato vero è che il lupo può attaccare l’uomo, eccome.
Lo fa in Asia e Medio Oriente per mancanza di prede e diffusione della rabbia, lo fa in Europa e in Italia quando diventa troppo confidente e perde la paura.
La lezione è semplice: il lupo non è né il “mostro sanguinario” delle leggende, né il “cucciolone innocuo” dipinto da certa retorica ambientalista. È un predatore, intelligente e opportunista. E come ogni predatore, va rispettato, ma anche gestito con fermezza, prima che i casi isolati diventino normalità.
Perché se in India piangono bambini uccisi, e in Olanda si salvano per miracolo, in Italia abbiamo già visto i primi segni. E chi oggi minimizza, domani dovrà rispondere della propria cecità.
/ms