I MORTI SUPERANO I 150, 70.000 SENZATETTOE COME SE NON BASTASSE IL MALTEMPO

La maledizione del terremoto è arrivata in piena notte, alle 3.32, come un “castigo” improvviso e spietato. Un’autentica punizione, nascosta a 5 chilometri di profondità e a circa poco più di un chilometro dal centro dell’Aquila, che ha sprigionato la sua violenza inaudita contro centinaia di migliaia di persone che ancora dormivano e radendo al suolo decine di migliaia di case, infrastrutture, monumenti, edifici storici, ospedali, università. Il bilancio è di 150 morti finora accertati, oltre 1.500 i feriti, settantamila le persone che hanno dovuto abbandonare le case inagibili che sono circa il 50 per cento. Poi, nel tardo pomeriggio, a complicare le cose una violenta grandinata e un acquazzone si sono abbattuti sulla zona colpita dal sisma. Il governo ha proclamato lo stato di emergenza nazionale e ha stanziato 30milioni come primo intervento. Altri fondi strutturali saranno stanziati quando sarà più chiara l’entità dei danni. Tra questi, annuncia lo stesso premier, alcune centinaia di milioni di euro che arriveranno dal fondo catastrofi dell’Unione Europea.

“La più grave sciagura del millennio”, l’ha definita Guido Bertolaso, che ha distrutto ventisei paesi abruzzesi e messo fuori uso scuole, strade, linee telefoniche, condotte d’acqua. Servizi che, per fortuna, sono stati quasi subito riattivati – almeno in parte – grazie anche all’intervento efficace della Protezione civile. Un’efficienza che però non sembra abbia riguardato il meccanismo dell’informazione, che ha penalizzato molti cittadini colpiti dal sisma i quali – a quanto pare – non sono stati messi in condizione di sapere dove e a chi rivolgersi per le prime necessità.

I paesi colpiti. Sono – oltre a l’Aquila – Santo Stefano di Sessanio, Castelvecchio Calvisio, San Pio, Villa Sant’Angelo, Fossa, Ocre, San Demetrio ne Vestini e i centri dell’Altopiano delle Rocche. La situazione più drammatica è nel capoluogo e in alcune delle sue frazioni come Onna, rasa quasi completamente al suolo, e Paganica, dove le persone rimaste sotto le macerie si contano a decine. Ma è il centro storico dell’Aquila ad aver subìto i danni di maggiore rilievo, con numerosi crolli, moltissimi edifici lesionati e alcuni palazzi crollati completamente. Crolli che hanno coinvolto anche la Casa dello Studente e alcuni edifici dell’università.
Le avvisaglie. Erano le 22.20 quando due scosse sono state avvertite nella provincia di Firenze, la prima in tutto il territorio, nel Mugello in particolare e poi nel Valdarno e nel capoluogo. L’epicentro – avevano detto le strutture della Provincia preposte al controllo del territorio – era stato di magnitudo 4,6 e sarebbe stato localizzato nell’Appennino Forlivese, tra Forlì, Imola e Marradi, tra gli 80 e i 120 chilometri di profondità. Alle 22.48 è stata registrata una seconda scossa di magnitudo 2.3, stesso epicentro. Ma la Sala operativa della Protezione Civile della Provincia di Firenze aveva subito detto che non c’erano danni a cose o persone. Un’altra scossa, di entità leggermente inferiore, è stata avvertita dalla popolazione dell’Aquila a mezzanotte e quaranta, dopo quella delle 22.45. Non sono stati segnalati danni a persone o a cose, ma molti cittadini erano già in strada strada. D’altra parte, negli ultimi mesi, l’aquilano era già stato toccato da un centinaio di scosse, una ventina delle quali tra i 2 e i 3.9 gradi della scala Mercalli.

La scossa. La “botta” mortale – fra l’8° e il 9° grado della scala Mercalli – è arrivata alle 3.32. L’intero Centro Italia ha traballato, scosso dall’immane forza del sisma che ha devastato soprattutto l’Abruzzo ma che si è avvertito a Roma – le Terme di Caracalla hanno subito lesioni – e fino a Napoli ma anche, distintamente, nelle Marche, in provincia di Ascoli Piceno, dove molte persone si sono riversate in strada. Moltissime le telefonate ad Ancona, Jesi e nel Fabrianese, dove la gente si è svegliata di soprassalto, con addosso il terrore del terremoto devastante del 1997, che ebbe due picchi devastanti, il secondo dei quali ci fu quando erano già in corso i soccorsi e provocò la morte di quattro persone, fra tecnici e frati nella basilica di Assisi.
Il terremoto è arrivato anche lungo la costa abruzzese. Da Pescara a Vasto (Chieti) sono state centinaia le chiamate ai centralini di Vigili del Fuoco, polizia e dei carabinieri. Nelle case, anche ai piani bassi, i lampadari hanno oscillato a lungo. In molte località del Chietino sono decine i cittadini che stazionano fuori casa e non intendono rientrare per paura di nuove scosse. Paura anche in ospedali, case di riposo e nelle carceri, dove tuttavia la situazione al momento sembra sotto controllo.

Gli assestamenti. “Ci saranno probabilmente scosse di assestamento, è pericoloso stare vicino agli edifici lesionati”‘. Questo l’avvertimento del dirigente della Protezione civile Agostino Miozzo, presente nella sede del dipartimento dove è riunito il comitato operativo. Il terremoto, ha riferito Miozzo, “ha avuto un epicentro superficiale, a soli 5 chilometri sotto la crosta terrestre, ed è questa la ragione per cui ha avuto un impatto così ampio”. La Protezione civile “sta allertando alberghi e strutture anche sulla costa adriatica per ospitare gli sfollati.

Da cittadini a profughi. In Abruzzo oltre 20.000 utenze Enel sono state interrotte, e poi riattivate nel corso della giornata. Nel frattempo, i circa 80 mila abitanti dell’Aquila sono passati nel giro di pochi secondi dallo stato di cittadini a quello di profughi. Verso le 5.30 sono cominciati ad affluire a nel capoluogo abruzzese i primi mezzi di soccorso della Protezione civile.

I salvataggi. Innumerevoli i casi di solidarietà e in certe circostanze persino di eroismo da parte di persone dedite al salvagaggio di anziani bloccati nelle abitazioni, o alla cura di bambini spaventati o gente in difficoltà. Molti anziani debbono la loro vita a tanti atti di abnegazione di persone che si sono gettate fra le macerie, con il rischio di rimanere travolte da altri crolli, per estrarre persone rimaste incastrate. Alcuni giocatori dell’Aquila Rugby hanno salvato tre anziane sotto le macerie della loro abitazione. Uno di questi giocatori si è caricato sulle spalle una donna senza toglierle la bombola di ossigeno alla quale era attaccata.

Bastava ascoltare la radio, stamattina, per accorgersi che tutte le trasmissioni, anche quelle di maggiore intrattenimento, come ad esempio Il ruggito del coniglio, con Antonello Dose e Marco Presta, hanno dedicato il loro programma, ancorché ridotto, alle informazioni di servizio e alle offerte di solidarietà da ogni parte d’Italia. Testimonianze dirette parlano degli sguardi di persone stravolte, inebetite dal dolore, con pochi indumenti addosso, avvolti nelle coperte e con piccoli sacchetti di plastica con i pochi abiti riusciti ad arraffare prima di uscire precipitosamente di casa.

I danni all’Aquila. La città è stata seriamente danneggiata nel centro storico, devastato da smottamenti di terreno e crolli. Campanili di chiese venuti giù di colpo, edifici sventrati, palazzi pubblici danneggiati e inagibili con la gente ammassata in piazza Duomo, piazza Palazzo, piazza Castello. I più bei monumenti medievali dell’Aquila sono tutti danneggiati. In modo particolare la basilica di San Bernardino dove è crollato il campanile e l’abside è completamente danneggiata. La chiesa delle Anime Sante in piazza Duomo non ha più la cupola. Apparentemente, l’unica chiesa che non mostra danni evidenti è proprio il duomo dell’Aquila, mentre sulla piazza antistante la pavimentazione in porfido è completamente divelta. Danni si registrano anche alla basilica di Santa Maria in Collemaggio.

Gli ospedali. Il sisma ha provocato all’Aquila seri danni anche all’ospedale regionale San Salvatore. L’andirivieni delle ambulanze è continuo. Si sta ora valutando quali sono i reparti rimasti più sicuri e nei quali trasferire i pazienti che si trovano nelle aree dell’edificio più danneggiate. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha detto che l’emergenza degli ospedali non è prioritaria, perché ci sono diverse strutture nell’area dell’Aquila capaci di far fronte della situazione.

Il salvataggio. Tra le tante cattive notizie che arrivano da L’Aquila una almeno incoraggia i soccorritori e la Protezione civile: sei ragazzi sono stati estratti vivi dalle macerie della Casa dello studente.

Chiuse la A24 e la A25. Le autostrade sono state riaperte solo in serata. L’Aquila ovest è tornata raggiungibile da Roma a partire dalle 19 per i soli veicoli leggeri percorrendo l’autostrada A24; resta chiuso invece il tratto compreso tra L’Aquila ovest e Assergi in entrambe le direzioni. La chiusura si è resa necessaria per consentire le verifiche tecniche ed agevolare i soccorsi. L’autostrada A25 Roma-Pescara è completamente percorribile ai soli veicoli leggeri per l’intero tratto; tra Sulmona e Bussi Popoli si transita attraverso uno scambio di carreggiata. Il transito dei i mezzi pesanti superiori alle 7,5 tonnellate è vietato sull’intera A24 e A25.

La prevedibilità. Giampaolo Gioacchino Giuliani, che lavora nei Laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di astrofisica, dice che da 10 anni esiste un modo da lui sperimentato per prevedere i terremoti. Intervistato qualche giorno fa da una tv locale, si era rivolto alle autorità di alcuni centri abruzzesi chiedendo di provvedere all’evacuazione. Ed era stato denunciato per “procurato allarme”. Ora chiede che gli venga riconosciuto di aver previsto il terremoto e che gli si chieda scusa.

“Prevenire, non prevedere”. C’è però uno schieramento di geologi, sismologi e autorità dell’Istituto Nazionale di Geofisica, che disconosce la validità scientifica del metodo. Mario Tozzi – noto geologo “televisivo” – dice ad esempio che il problema non è tanto quello di prevedere, quanto quello di prevenire, investendo risorse pubbliche per rendere antisismiche le abitazioni che non lo sono, soprattutto nelle zone indicate come pericolose. Stessa posizione espressa da Ignazio Guerra, sismologo dell’università di Calabria: “Le emissioni Radon ci sono ma non sono seguite da terremoti; altre volte non ci sono e i terremoti ci sono lo stesso. Dunque, non è possibile ricavare certezze scientifiche da certi esperimenti”.

Nuova scossa. E alle 18,38, proprio mentre era in corso la conferenza stampa della commissione Grandi rischi, una nuova, forte scossa di terremoto, di magnitudo 4.1, ha fatto tremare per tre lunghi secondi la terra all’Aquila.

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