I nemici del Paese (l’editoriale di David Oddone)

L’immigrazione clandestina e incontrollata, soprattutto quella che arricchisce i trafficanti di uomini, è un problema enorme.

D’altra parte non bisogna mai scordare che i Paesi più ricchi hanno un dovere, non solo morale, di aiutare coloro che sono in difficoltà, che scappano da guerre che spesso e volentieri sono il risultato delle politiche economiche occidentali.

La questione è profonda e complessa, la lettura che ho appena proposto è certamente superficiale. Ma per motivi di spazio, qui mi fermo.

Posso allora comprendere la frustrazione e le recentissime polemiche che investono l’Europa.

Se questa è la solidarietà targata Ue, ebbene qualche cosa realmente non va.

Ma anche qui, mi fermo.

Al netto di tutto ciò e delle lecite aspettative e richieste dei nostri vicini italiani, non ho per nulla apprezzato alcune invettive contro la magistratura.

Come mi hanno sempre insegnato, le sentenze si rispettano. Si possono sicuramente criticare, ma se non piacciono, si impugnano.

La democrazia per fortuna mette a disposizione tutti gli strumenti per farsi valere, senza dover ricorrere all’attacco personale, che rischia solo di minare la fiducia nei giudici.

Perché nel momento stesso in cui tacciamo un servitore dello Stato di lavorare contro gli interessi nazionali, o lo possiamo dimostrare e ne abbiamo le prove – e anche in questo caso ci sono gli strumenti di legge per intervenire – o creiamo semplicemente un cortocircuito nei poteri dello Stato, che si basano su pesi e contrappesi molto precisi, dove le invasioni di campo creano solo confusione e pericolosi attriti.

A sentire certe parole poi, mi ronzano le orecchie. Mi viene in mente quando, da giovane giornalista, venivo accusato “di non fare gli interessi turistici della Riviera” quando scrivevo di droga. O, per arrivare a tempi più recenti, “di essere nemico di San Marino” quando mi occupavo di mafia.

Che cos’è “l’interesse nazionale”? Non certo le beghe che dilettano questo o quel partito in un determinato momento. Ma un concetto evidentemente più alto.

In ogni caso il punto è piuttosto semplice: i giornalisti devono fare i giornalisti. I magistrati devono fare i magistrati. E i politici… beh, anche qui – nuovamente – mi fermo, perché potrei diventare scurrile.

Prima di chiudere vorrei ricordare ai lettori che nonostante la guerra sia arrivata dentro l’Europa, ci sono purtroppo anche altre regioni del mondo dove si combatte, zone e situazioni dimenticate.

Fra loro spicca l’Afghanistan.

Lì, secondo quanto riporta il sito notiziegeopolitiche.net, i talebani detengono un potere significativo nella giustizia e nella risoluzione delle controversie civili. Nel 2021, hanno smantellato l’ufficio del procuratore generale e perseguitato ex pubblici ministeri che avevano avviato procedimenti penali contro ribelli talebani. I prigionieri liberati dai talebani hanno cercato vendetta contro i pubblici ministeri e i giudici, causando l’uccisione di diversi ex magistrati.

Tale ambiguità giuridica ha portato a gravi violazioni dei diritti umani, come la detenzione indefinita e la tortura di individui senza accuse specifiche o senza il diritto a un’udienza in Tribunale.

Per oggi, qui mi fermo davvero. Ho messo sul tavolo diversi temi e spunti, che mi auguro ci portino a riflettere in maniera seria e critica su quello che avviene attorno a noi.

 

David Oddone

(La Serenissima)

 

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