I neonati Vetin e Musa, estratti dalle macerie in Turchia, riabbracciano le mamme dopo 50 giorni

Due neonati turchi salvati dalle macerie dopo il terremoto del 6 febbraio e che risultavano dispersi, sono stati restituiti alle loro famiglie dopo quasi due mesi dal salvataggio grazie a un esame del Dna che ha consentito di individuare i genitori. Lo riportano i media turchi.

Vetin Begdas, di tre mesi e mezzo, soprannominata Gizem dai soccorritori – che in turco significa mistero – è stata salvata nella provincia meridionale di Hatay 128 ore dopo la scossa di magnitudo 7,7 della notte tra il 5 e il 6 febbraio. È stata portata in un ospedale di Ankara per essere curata e solo dopo 54 giorni dal ritrovamento la madre, Yasemin Begdas, ha potuto riabbracciarla. Il ministro della Famiglia Derya Yanik ha presenziato al ricongiungimento. Nel terremoto la bambina ha perso il padre e due fratelli. “Vetin è davvero un miracolo. Il fatto che sia sopravvissuta e non abbia avuto problemi di salute ci ha toccato il cuore”, ha detto il ministro Yanik.

Un altro bambino, di nome Musa, salvato da sotto le macerie nella provincia meridionale di Kahramanmaras e portato in ospedale nella provincia di Mersin, è stato riconsegnato ai genitori 50 giorni dopo essere stato trovato dai soccorritori. I genitori del piccolo Musa, Katibe e Naser Alkhalef, si erano appena trasferiti a Kahramanmaras con i loro tre figli prima del terremoto.

La coppia è riuscita a mettersi in salvo con la figlia di quattro anni e il figlio di due, ma Musa, di 10 mesi, risultava disperso. Anche lui ha potuto fare ritorno alla sua famiglia solo grazie all’esame del Dna.

Almeno 48.500 persone sono state uccise dal terremoto in Turchia e circa 6.000 in Siria.
   


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