Non vive più Pisana Bachetti, la donna che ha assistito alla rissa tra Amedeo Mancini, Emmanuel Chidi Namdi e la moglie. La sua vita, tra insulti, minacce e accuse di mitomania, è diventata un inferno. Eppure la testimone, che è stata persino cancellata da Facebook, appartiene a una famiglia notoriamente di sinistra e antirazzista.
Signora Bachetti, cosa è accaduto dopo la sua testimonianza alla polizia e il racconto fatto su Facebook?
«La mia vita è diventata un inferno. E questo solo per aver fatto quello che ogni cittadino nella mia situazione avrebbe dovuto fare: chiamare la polizia perché c’era un rissa in corso».
Cosa ha visto quel maledetto pomeriggio?
«Purtroppo ho assistito alla scena e ho visto che il giovane fermano, prima di sferrare un pugno, è stato letteralmente assalito dalla vittima e da sua moglie. Lo hanno picchiato per quattro o cinque minuti e lo hanno colpito anche con un segnale stradale trovato nei pressi. Quando ho assistito a quella scena, ho chiamato la polizia perché temevo per l’incolumità del 39enne fermano, che ha reagito con un colpo, purtroppo per la vittima, ben assestato. Qualcuno ha cercato di intervenire, ma è stato preso a scarpate dalla moglie del giovane di colore».
È vero che dopo la sua testimonianza le giungono minacce e insulti da tutte le parti d’Italia?
«Si è vero. Ricevo chiamate da tutta Italia. Appena dieci minuti fa mi è stato inviato l’ultimo messaggio in cui mi davano della nazista. Ed è solo uno dei tanti che mi giungono. Ora mi dovete lasciare in pace. Tutti. Non voglio più essere disturbata, basta, lasciatemi in pace, non voglio dire più niente né parlare con nessuno. Sono stata sbattuta in prima pagina prima del nome del presunto assassino solo per aver detto la verità».
Che tipo di insulti ha ricevuto?
«L’elenco è lungo: xenofoba, e tanto altro ancora. Sto vivendo un incubo. Sono solo una cittadina fermana, mai stata razzista, che ha avuto la sfortuna di trovarsi in quel luogo e di assistere alla rissa che ha portato alla morte di quel povero ragazzo. Ho fatto solo il mio dovere da cittadina e ora mi trovo all’inferno. Non mi resta altro da fare che aspettare la fine di questo incubo. Mi hanno cancellato il profilo Facebook, non c’è più niente, hanno cancellato i miei amici, tutte le mie foto, tutti i miei ricordi. Basta ora, lasciatemi in pace». Il Resto del Carlino
