I NOVE PUNTI CRITICI CHE IMPEDISCONO L’ACCORDO

Ecco, finalmente, chiarezza sugli elementi che impediscono la firma dell’accordo bilaterale contro le doppie imposizioni. L’elenco dettagliato è il sunto di quanto detto dal Sottosegretario Viale in risposta all’interpellanza dell’On.Marchioni sul problema della mancata detrazione dei frontalieri. Ecco l’elenco, preso dal quotidiano sammarinese La Tribuna:

1 – Controllo sulle banche e sulle finanziarie e sanzioni sui comportamenti illegali. A tal proposito il riferimento va alle vicende delle banche sammarinesi che “eludendo le norme italiane” hanno operato in Italia senza che Banca Centrale (Bcsm) collaborasse per fermare e sanzionare tale comportamento. Ora occorre che Bcsm dimostri nei fatti la capacità di intervenire.
2 – Segreto bancario. Il Dipartimento al Tesoro lo ritiene un ostacolo all’identificazione del beneficiario effettivo e allo scambio di informazioni tra banche dello stesso gruppo. Anche la riforma, recentemente approvata, che svincola la controllata dal segreto è subordinata al fatto che fra gli Stati fra cui deve avvenire lo scambio di informazioni sia in vigore un accordo internazionale. Ma non solo, lo scambio viene subordinato alla legge sammarinese e non, come è in corso di attuazione nell’area Ocse, ai principi del legal standard.
3 – Sistema delle fiduciarie. Il Tesoro lamenta il fatto che l’archivio unico recentemente costituito, limita la comunicazione dei dati dei titolari delle partecipazioni alle sole società di diritto sammarinese “così eludendo – dice la Viale – i controlli sulla gran maggioranza delle società fiduciarie che lavorano con soggetti non sammarinesi”.
4 – Scambi di informazione in materia fiscale. Il Dipartimento delle finanze fa presente che tra la Repubblica italiana e quella di San Marino non vi sono, allo stato accordi che consentano lo scambio di informazioni in materia fiscale. Per questo motivo San Marino è in black list dal 4 maggio 1999.
5 – Il rapporto dell’Ocse del 27 gennaio 2011. Il Ministero rileva che anche l’Ocse conferma le numerose lacune dell’ordinamento sammarinese nel campo dello scambio delle informazioni che non è in linea con gli standard. “Per tale motivo – ricorda il Mef – la Repubblica di San Marino non è stata messa alla seconda fase della peer review.
6 – Materia giudiziaria. Si riconoscono i passi avanti, ma si rileva che due importanti rogatorie (Roma e Forlì) sono rimaste assoggettate alle vecchie norme che impongono la notifica preventiva degli atti agli indagati.
7 – Fondo Monetario Internazionale. L’esame che verrà avviato dal Fmi riguarderà gli aspetti della prevenzione del riciclaggio, in attesa degli esiti dell’esame il Mef ritiene che i progressi che pure si sono registrati non siano tali da assicurare la trasparenza e la cooperazione necessaria a combattere la criminalità
8 – Evasione fiscale. Le frodi carosello e gli altri episodi di evasione fiscale non danneggiano solamente le finanze pubbliche, ma costituiscono forme di concorrenza sleale nei confronti delle imprese italiane.
9- Fuga di capitali verso San Marino e denaro della malavita. Le ragioni dei depositi nelle banche della Repubblica non dipendono solo dalla tassazione più bassa, cosa che sarebbe accettata come libera concorrenza fra gli Stati, ma “soprattutto”, dalla discrezione sul titolare effettivo del denaro. Pertanto, la Repubblica di San Marino è sempre più rifugio per i capitali di origine illecita e, da ciò, deriva il timore che sia anche meta per la malavita organizzata, sia italiana che estera.
Ecco chiariti gli elementi del contenzioso che l’Italia ritiene ancora necessario approfondire e risolvere prima di ricreare un clima di serenità nelle relazioni fra i due Stati.