I Praise Abort … di Caterina Taddei

Till Lindermann

Il tamarresco shock rocker tedesco Till Lindemann, tutto vestito di bianco, in una canzone dalle atmosfere darkeggianti, con la voce profonda e lo sguardo allucinato che lo contraddistingue, recita Praise Abort ovvero celebro l’aborto.

Il testo dice: “ho sei figli e non mi piacciono, mangiano troppo e mi trattano. Come m….a, vestono solo con abiti firmati, se gli do una mano me le mordono entrambe (…) Odio la mia vita e ti odio, odio mia moglie e anche il suo fidanzato, odio per odiare e lo odio, odio profondamente la mia vita.

Odio i miei figli e non avrei mai pensato che avrei celebrato l’aborto”. Una cosa è certa, i suoi figli gli sono arrivati al cuore.

Premetto che a me Lindemann musicalmente piace molto, naturalmente prendo le distanze dal testo di questa canzone e da certi suoi atteggiamenti atti a creare shock e reazioni nel pubblico, ho comunque del senso critico.

Parto da qui per una mia riflessione, i pro choice e l’associazione donne sammarinesi stanno raccogliendo le firme per indire il referendum sulla legalizzazione dell’aborto a San Marino, sono tutti agguerriti, massicci e incaspitati.

Hanno raccolto oltre 3000 adesioni e probabilmente il numero salirà, sicuramente il referendum si farà e la popolazione sarà chiamata a esprimersi in merito. Io però vi invito ad andare a vedere le immagini dei feti abortiti, hanno testina, braccine e gambine.

Vi invito a pensare al fatto che quello che definite grumo di cellule o rifiuto da ospedale è un essere umano in atto, è un corpo distinto dalla donna che lo porta in grembo. È così, quello è un bambino e l’aborto è omicidio.

Massacro di un essere umano che non si difende e che non ha voce.

E voi, con i vostri bei sorrisi e le vostre facce pulite, voi che dite che chi è pro life usa linguaggio di odio, e invititate a firmare per l’aborto, perdonate se mi permetto, ma io parlo chiaro, siete molto peggio di Till Lindemann, perché un sacramento come lui, con un atteggiamento del genere, non lo prende a esempio nessuno, neanche i suoi estimatori, ma voi e mi rivolgo soprattutto ai membri dell’associazione donne sammarinesi, si, siete prese a esempio. Ci sono tra voi anche professoresse, quindi persone colte e influenti.

Il mio è un invito alla popolazione a riflettere e a restare umani, ma io sono un colibrì che getta una goccia d’acqua su un incendio. Vi ricordo che una società che uccide i suoi figli, è una società destinata a morire.

Caterina Taddei