“I raid aerei non piegano il califfo”. Il generale: Ma putin non userà i tank

putin«UNA VITTORIA militare occidentale contro lo Stato Islamico è sicuramente possibile. Basterebbe mandare due divisioni americane. Ma politicamente non lo è perché, appunto, richiederebbe un robusto contingente di terra, che nessuno vuole mandare».
Carlo Jean, ex generale degli alpini e docente di studi strategici alla Luiss, non si nasconde la estrema difficoltà di un intervento occidentale di terra contro lo Stato Islamico.
Qual è il problema?
«Che Obama non metterà mai gli scarponi sul terreno, e men che mai gli alleati occidentali. Anche la Turchia se ne guarderà bene. Gli attacchi della coalizione sono abbastanza pesanti, gli obiettivi colpiti sono oltre 10 mila, ma da soli non possono assolutamente far cadere lo Stato Islamico: vuoi perche andrebbero decuplicati, vuoi perché lo Stato Islamico mantiene buona parte delle sue forze nelle città, dove, per regole di ingaggio restrittive pensate per limitare le vittime civili, gli aerei della coalizione non possono attaccarli. E così siamo in un cul de sac».
Tecnicamente come dovrebbe essere congegnato un intervento militare per essere risolutivo?
«Due divisioni americane, integrate da forze europee, giordane e irachene che partissero dall’Iraq e dalla Giordania potrebbero fare il lavoro anche senza l’ausilio della Turchia. Tra l’altro, lo Stato Islamico non ha copertura aerea e l’intervento sarebbe in campo aperto. Verrebbero spazzati via tutto sommato abbastanza facilmente, potrebbero cercare di fortificarsi nelle aree urbane, con una guerriglia urbana simile a quella vista in Iraq, ma potrebbero solo alzare il prezzo della sconfitta».
Come giudica l’intervento aereo francese?
«Annunciato e previsto. Da un punto di vista militare non sposta nulla. Per capirsi, l’intervento aereo contro gli uomini di al Baghdadi è e resta essenzialmente americano. Sinora la Francia ha effettuato il 3-4% degli attacchi in Iraq, meno dell’Olanda, e ragionevolmente non farà di più in Siria».
Se gli occidentali non vogliono e non possono intervenire, potrebbero magari i russi, che si stanno già schierando in zona. Con loro Assad potrebbe vincere la guerra?
«Per ora la Russia sta fornendo armi e un limitato contingente. Il problema è che l’esercito di Assad ha subito recentemente molte debacle, si è concentrato nella difesa delle zone più popolate, ma non credo possa passare all’offensiva. Teoricamente la Russia ha forze militari e determinazione per fare la differenza, ma a mio avviso l’azione di Putin va vista essenzialmente in una ottica negoziale, verso una successione morbida ad Assad».

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