I sammarinesi non meritano questo trattamento (l’editoriale di David Oddone)

L’alto. Anzi altissimo, filosofico concetto, il teorema esistenziale, che spiega come la mela rimanga mela, anche se si decidesse di chiamarla pera, si adatta come un abito su misura alla politica sammarinese.

In Aula il Segretario agli Esteri, Luca Beccari, ha ricordato che la neutralità attiva “è non schierarsi geopoliticamente, ma non si può non difendere il diritto internazionale”.

La parola magica è “neutralità attiva”.

Un po’ insomma come quando i vari governi introducono nuove tasse e balzetti, e li chiamano “contributi”. Mica ti sto aumentando le tasse! E’ un contributo…

Già intravedo fra i corridoi di Palazzo Pubblico gli intrighi, le discussioni di livello elevato, dissertazioni degne del “Diogenes Club”: “Questa non è una mela! E’ una pera!”. “Ma no, che cosa dici? E’ assolutamente una mela, non vedi?”. “Ti sbagli, questa è una pera. Punto. Lo prevede la legge”. “Allora va bene…”.

Immagino ora i sorrisi dei lettori, in particolare degli amanti di Conan Doyle. Eppure non è che stia estremizzando così tanto quanto accade.

Perché ormai la realtà supera la fantasia.

Il Titano ha deciso di rompere la sua storica neutralità per schierarsi al fianco dell’Ucraina, invasa e aggredita dalla Russia.

Beccari e l’intero Congresso hanno assunto tale immane decisione. Una decisione sofferta e non semplice: la Russia ha sempre visto nel Titano un partner privilegiato. Pochi mesi prima aveva fatto sì che i sammarinesi potessero dotarsi dello “Sputnik”, il vaccino anti covid, quando Italia ed Europa si erano dileguati nella nebbia.

Girare a nostra volta le spalle a Mosca è stato il prezzo da pagare per non vedere spegnersi la possibilità di entrare nella Ue.

Solo la storia dirà se la coraggiosa e doverosa decisione di Beccari e soci, si rivelerà giusta.

Oggi però non ci si venga a parlare di “neutralità attiva”. Che significa? “E’ un corridore veloce, ma lento”. “E’ un ragazzo in carne, ma smagrito”.

Smettiamola di fare i politici e giocare con le parole!

Essere neutrali significa rimanere estranei ad un conflitto internazionale. Quando San Marino ha lecitamente deciso di aderire alle sanzioni, di schierarsi al fianco di un Paese geograficamente all’interno dell’Europa, vigliaccamente occupato da un altro Stato, ha perso definitivamente la propria neutralità.

Capito? Oggi non siamo più neutrali! E se la mela la chiami pera, sempre mela resta!

Bisogna iniziare ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni, altrimenti si diventa poco credibili.

E poco credibile è anche che San Marino sia diventata dalla sera alla mattina un “paradiso fiscale”, come titola in pompa magna qualche giornale italiano.

Certo, la politica nostrana sta facendo realmente di tutto per lasciarlo intendere. Poi, al solito, mediaticamente non siamo in grado di rispondere agli attacchi che arrivano da fuori.

Un mix che rischia di rallentare e persino fare saltare l’accordo di associazione e di creare non pochi problemi a chi opera all’interno dell’Antica Repubblica, facendo scappare investitori e partner.

Un danno enorme, che il governo non riesce a gestire.

Cari governanti, andate a Roma, anzi a Bruxelles. Fate una conferenza stampa. Spiegate quanto è stato fatto in termini di trasparenza, leggi, controlli. Ribattete a queste indegne e false accuse.

Ma soprattutto coinvolgete quelle persone che meglio ci possono rappresentare, la cui presenza è già garanzia di rigore, integrità e correttezza, a partire dal Dirigente del Tribunale, Canzio.

Stiamo subendo l’ennesimo attacco. E se voi ve lo siete guadagnato, cari politici, i sammarinesi non meritano nuovamente un trattamento del genere.

Chiudiamo la riflessione odierna con la sospensione da parte di Monaco dei negoziati per l’ingresso nella Ue e gli ammonimenti della stessa Ue ai piccoli Stati, avvisati che non possono mantenere alcune delle loro politiche fiscali.

Mai come in questo momento l’Europa appare in bilico.

Da una situazione del genere si può uscire soltanto coinvolgendo l’intero Paese, a cominciare dal parlamento.

La trasparenza doveva essere già da ieri la parola d’ordine, eppure certi ammonimenti, messaggi, ultimatum che aleggiano nell’aria da parte delle varie autorità europee fanno comprendere che non sappiamo tutto.

A cosa andiamo incontro col processo di associazione? Cosa otterremo e a cosa rinunceremo?

Per portare avanti la partita serve una maggioranza forte, della quale francamente non si ha traccia, né sentore.

Che il “Des” sarebbe stato un problema, ve lo abbiamo chiarito in tutti i modi. Lo hanno fatto i sindacati. Le opposizioni. Finanche i media. Quale è stata la risposta? Ripresentare la misura, cambiandogli nome. Ma… una mela, anche se la chiami pera, sempre mela rimane!

E a quanto pare persistere nel giocare con le parole, si sta rivelando un pericoloso boomerang.

 

David Oddone

(La Serenissima)

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