
Il colonnello Abdul Hamid Hamidi è seduto a terra a gambe incrociate, impolverato e disarmato. I talebani lo hanno appena catturato e nel video che stanno facendo girare si sentono le raffiche di mitra dei combattimenti nei dintorni. Gli uomini della sua scorta sono inginocchiati, nella polvere, con le mani legate dietro la schiena. Hamidi era il comandante della prima brigata dell’esercito afghano ad Herat, il capoluogo provinciale da dove il contingente italiano si è ritirato un mese fa. I talebani lo hanno brutalmente giustiziato e sabato si sono svolti i funerali militari nella terza città del paese sotto attacco dalla scorsa settimana. Gli estremisti islamici stanno intensificando l’offensiva stringendo la morsa anche attorno a Lashkar Gah, capoluogo della provincia di Helmand, che rischia di cadere e Kandahar, la «capitale» spirituale dei seguaci di mullah Omar nel sud del paese.
«Sono arrivati rinforzi da Kabul, ma i talebani stanno penetrando in città da tre direzioni soprattutto il distretto 7 e 10. Chi ha lavorato, come me con il contingente italiano, è condannato a morte certa se conquisteranno Herat» racconta al Giornale via whatsapp uno dei nostri interpreti, che abbiamo lasciato indietro. Almeno una ventina, che hanno chiesto da fine maggio di essere messi in salvo, sono bloccati nella zona di Herat assieme ad altri collaboratori afghani. L’aeroporto è chiuso, ma ieri un aereo militare ha trasportato qualche centinaio di uomini dei corpi speciali giunti in rinforzo dalla capitale. «Ci sono scontri nei sobborghi meridionali e sudorientali – ha dichiarato il governatore Abdul Saboor Qani – Abbiamo fatto del nostro meglio per proteggere la popolazione, ma il nemico ha preso posizione nelle case private. Ci muoviamo con prudenza per evitare perdite tra i civili».
I talebani minacciano 17 dei 34 capoluoghi provinciali afghani cercando di interrompere le vie di comunicazione e bloccare gli aeroporti. Tre razzi sono stati lanciati sullo scalo di Kandahar, seconda città del paese con 600mila abitanti interrompendo i voli civili. L’offensiva dell’ultima settimana si sta concentrando su Lashkar Gah, che potrebbe essere il primo capoluogo provinciale a cadere. Emergency gestisce uno storico ospedale in città. «Ci sono stati combattimenti molto pesanti. Abbiamo sentito bombardamenti per tutta la notte e al mattino, oltre al fuoco di armi, mitragliatrici, cecchini e artiglieria» ha raccontato Viktor Urosevic, il coordinatore medico. L’ospedale ha rischiato il collasso per l’arrivo di feriti e moribondi. Secondo i residenti la caduta della città, circondata dai talebani da quattro lati, è questione di ore o giorni. Solo il centro sarebbe ancora in mano ai governativi.
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