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  • I traghetti della Delcomar erano a norma, armatori assolti

    (ANSA) – CAGLIARI, 19 GEN – Tutto regolare: i traghetti della
    Delcomar in servizio tra la Sardegna e le isole minori erano a
    norma. Lo ha stabilito la giudice del Tribunale di Cagliari,
    Maria Cristina Ornano, assolvendo con la formula più ampia, “il
    fatto non sussiste”, gli armatori della compagnia di
    navigazione, Franco Del Giudice e il figlio Enzo, quest’ultimo
    presente in aula per la sentenza.
        Erano accusati di concorso nel conseguimento di erogazioni
    pubbliche, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche
    forniture, falsi in atti pubblici e attentato alla sicurezza
    della navigazione al termine dell’indagine della Guardia di
    Finanza sull’appalto regionale con il quale la società si era
    aggiudicata i collegamenti tra la Sardegna e le isole minori di
    Carloforte e La Maddalena. Un appalto da oltre 71 milioni di
    euro rinnovabile sino a 9 anni per un totale di 104 milioni di
    euro.
        Inizialmente il pm Giangiacomo Pilia, a seguito delle
    indagini dei finanzieri e delle consulenze dei propri esperti,
    si era convinto che la Delcomar avesse partecipato alla gara con
    dei traghetti che non rispettavano il bando. A maggio scorso
    aveva chiesto la condanna di Franco ed Enzo Del Giudice a 6 e 4
    anni di reclusione, ma la giudice Ornano aveva riaperto
    l’istruttoria nominando un perito super-esperto: un ingegnere
    già contrammiraglio della Marina militare che ha chiarito che le
    navi erano conformi alla gara.
        Nel frattempo, a fine indagine, nel maggio del 2021, la
    flotta della Delcomar e i beni societari dei titolari erano
    stati sequestrati dalla gip Ermengarda Ferrarese su richiesta
    della Procura, per un valore di 64 milioni di euro. Sequestro
    che oggi è venuto meno con l’assoluzione di entrambi gli
    imputati. La perizia del super-esperto nominato dal Tribunale ha
    convinto anche il pm Pilia, che ha cambiato la propria
    posizione, sollecitando l’assoluzione. (ANSA).
       


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