
«L’AEROPORTO di Rimini tornerà in pista da sabato 7 marzo, con un volo da Mosca della compagnia Vim airlines», annunciava solo due giorni fa Laura Fincato, il presidente di Airiminum. Eppure, la nuova data di ripartenza del Fellini’ ufficializzata l’altro ieri dalla società rischia di tramutarsi in un nuovo giallo. Sì perché anche se effettivamente sul sito web della compagnia la destinazione di Rimini ancora compare, il vettore ieri ha comunicato ad Airiminum che almeno per tutto il mese di marzo non si sposterà dall’aeroporto di Ancona, dove attualmente gli aerei della Vim airlines fanno scalo. Ed è la stessa direzione commerciale dell’aeroporto di Ancona a confermare che «al momento non ci sono state disdette per i voli sul nostro scalo, né da parte della Vim airlines, né ci risultano da parte di altri vettori della Russia». AIRIMINUM invece dà per fatto l’accordo con la Vim, tanto da annunciare che il 7 marzo sarà il volo da Mosca effettuato dalla compagnia il primo della nuova gestione dell’aeroporto di Rimini. Il vettore avrebbe preferito restare su Ancona per tutto il mese di marzo, in virtù dei contributi offerti dallo scalo marchigiano. Lo scalo delle Marche è arrivato a offrire fino a 21 euro a passeggero per ogni volo, e già attualmente versa alle compagnie e ai tour operator russi un contributo pari a 14 euro, a cui si sommano altre agevolazioni. E proprio l’allettante proposta economica sarebbe alla base della scelta della Vim, alla fine, di restare per il momento ad Ancona. SAREBBE una situazione paradossale, che rischia di far slittare il debutto di Airiminum alla guida del Fellini’. La nuova società di gestione dello scalo riminese da settimane tratta con i vettori e con i tour operator russi. Trattative che sembravano ben avviate, dal momento che i russi preferiscono di gran lunga effettuare i voli su Rimini anziché sbarcare ad Ancona. Ma le compagnie chiedono ad Airiminum certezze sulla riapertura dello scalo, e gli intoppi burocratici delle ultime settimane hanno reso tutto più complicato. Non solo: per convincere i russi Airiminum sarà costretta a mettere qualcosa sul piatto, almeno in termini di servizi e agevolazioni. Non daremo soldi alle compagnie», ha più volte ripetuto il direttore generale Marco Consalvo. Giusto, la società vuole evitare gli gli esborsi fatti in passato da Aeradria: quei contributi pagati alle compagnie hanno gravato sui bilanci e sono stati una delle cause del fallimento. Ma qualccosa Airiminum dovrà fare, se non vorrà rinunciare ai russi. Manuel Spadazzi
«O L’AEROPORTO e i lavoratori vengono messi in condizione di lavorare entro questa settimana, oppure organizzeremo una manifestazione di protesta davanti alla prefettura!». E’ l’ultimatum lanciato dai sindacati, dopo il faccia a faccia avuto mercoledì con il presidente e il direttore generale di Airiminum, Laura Fincato e Marco Consalvo. «L’incontro sottolineano in una nota Cgil, Cisl e Uil si è svolto all’esterno dei locali, di fronte al bar. Una situazione inqualificabile ed inaudita che va chiusa subito. Come sindacati, riteniamo fondamentale chiudere la questione del passaggio di consegne: l’aeroporto deve essere subito affidato ad Airiminum, la nuova società di gestione, perché questa è prima fondamentale condizione per riaprire l’aeroporto al traffico aereo e per mettere il gestore nelle condizioni di poter svolgere il suo ruolo a pieno titolo. Se ci sono mancanze procedurali o tecniche od amministrative che vanno imputate ad Airiminum lo si dica e si agisca per risolverle. Se i problemi sono altri, chi è competente li risolva». I sindacati chiedono alla Regione di fare le dovute verifiche, ma ne hanno anche per Airiminum: «Il contratto che la società vuole riservare a una parte dei lavoratori è inaccettabile». Airiminum vuole infatti assumere alcuni dipendenti con il contratto nazionale merci e logistica, e nei giorni in cui saranno impegnati al Fellini’ con i voli i lavoratori saranno impiegati in altre mansioni dalle aziende che fanno parte della società.
Il primo volo al Fellini era stato annunciato per il 7 marzo. Ma la compagnia che doveva fare arrivare un aereo da Mosca ci ha ripensato: resterà ad Ancona per tutto il mese di marzo
L’ultimo volo di russi al Fellini è atterrato lo scorso 29 ottobre. Poi, dopo la chiusura dello scalo, i turisti in arrivo sono stati dirottati ad Ancona che ora non vuole perdere le tratte con Mosca. Il Resto del Carlino