Il cadavere di Silvio Mannino era legato mani e piedi

Dritan Demiraj2S2La madre di Silvio non ce l’ha fatta a varcare la porta dell’obitorio, ma sarebbe stato inutile, oltre che terrificante. Non c’era nulla di suo figlio che potesse riconoscere. E nessuno ha avuto il coraggio di dirle che era legato mani e piedi.
L’AUTOPSIA sul corpo di Mannina è terminata l’altra sera tardi. Il medico legale si è trovato di fronte a un corpo irriconoscibile, saponificato dalla lunga permanenza in acqua. Sarà il Dna a confermare l’identità di un cadavere a cui hanno già dato nome e cognome. Dei vestiti non restavano più che dei brandelli, ma il perito è riuscito a ricostruire con l’autopsia come è morto quel ragazzo. Quando l’hanno trovato, sotto 40 cm di fanghiglia in un acquitrino del lago Azzurro, Mannina era avvolto in una sorta di lenzuolo bianco, il sudario in cui l’aveva avvolto il suo assassino, Dritan Demiraj. Quando hanno aperto, hanno scoperto che aveva mani e piedi legati con nastro da pacchi e un sacchetto di plastica in testa. Come in un film dell’orrore, solo che quella era stata la vera fine di un uomo. Il medico ha confermato che prima è stato picchiato, confermando la confessione di Dritan che agli inquirenti ha raccontato di averlo tramortito a pugni. E sì, è stato strangolato, quasi certamente con un cavo elettrico, come descritto dall’albanese.
L’INCHIESTA adesso sembra essere a un passo dalla sua conclusione, anche se i carabinieri di Rimini sono convinti che manchino ancora dettagli importanti. Dichiarazioni che aspettano riscontri, soprattutto quelle di Monica Sanchi, la fidanzata dell’assassino che ha mentito a lungo prima di confessare di essere stata lei ad attirare qui Silvio. Monica, difesa dall’avvocato Nicola De Curtis, è indagata per favoreggiamento personale nell’omicidio di Lidia. Ma dal pubblico ministero ha ricevuto anche la notifica dell’autopsia e questo equivale a un altro avviso di garanzia. Per quale reato, ancora non hanno deciso. Lei però continua a giurare di non essere stata presente all’omicidio di Mannina, anche se Dritan l’ha ormai tirata in mezzo senza tanti complimenti, sostenendo che non solo ha assistito al delitto, ma che è anche andata a prendere la pala per seppellire il cadavere. Il corpo martoriato di un giovane senza casa, ospite di una comunità bolognese. E che quel 28 febbraio prima di raggiungere la riviera dove credeva di incontrarsi con una bella ragazza conosciuta su Facebook, disse che non aveva nemmeno i soldi per il biglietto ferroviario. Il Resto del Carlino