Il cellulare nuoce gravemente alla salute?

Etichette sulle confezioni per mettere in chiaro i rischi per la salute, campagne di sensibilizzazione sui media per informare i cittadini: non si tratta dell’ennesima iniziativa contro il fumo o gli alcolici, bensì del tema al centro di un ricorso presentato al TAR Lazio da parte dell’Associazione Per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog (APPLE, ma non c’è alcuna relazione con la mela più famosa) contro il Ministero della Salute, allo scopo di ottenere la diffusione di informazione corretta sul tema al centro degli interessi del gruppo.

Al ricorso presentato dall’associazione padovana si è unito anche Innocente Marcolini, il lavoratore che nel 2012 aveva ottenuto dalla Cassazione il riconoscimento di una invalidità legata a un neurinoma del Ganglio di Gasser secondo lui generata dall’utilizzo prolungato del cellulare. APPLE si rifà inoltre allo studio pubblicato da IARC, sotto l’egida dell’OMS, in cui le radiazioni elettromagnetiche sono state inserite nella categoria 2B e dunque ritenute “eventualmente cancerogene per gli esseri umani”: una decisione sulla quale già in passato vi è stato un ampio dibattito, essendo disponibili in letteratura opinioni molto discordanti sul reale effetto dei cellulari sugli esseri umani.

APPLE, per altro, è consapevole di muoversi in una sorta di terra di nessuno: “Evidenza scientifica non c’è ma questo non vuol dire che non si debba fare prevenzione. E noi vogliamo che il Governo la faccia, per questo presentiamo un’azione legale perché ci sia una campagna di informazione”. Il ricorso preparato dallo studio Ambrosio&Commodo di Torino contiene la richiesta a quattro ministeri (Ambiente, Salute, Sviluppo Economico e Istruzione) affinchésiano messe in campo campagne analoghe a quelle già citate sulle sigarette: “Campagne di prevenzione che all’estero sono già la normalità – hanno detto in conferenza stampa i legali che rappresentano l’associazione – I danni al cervello ci sono e sono stati evidenziati da diversi studi anche se non c’è ancora la certezza scientifica”. Punto-informatico.it