• Screenshot
  • Il condizionatore di Draghi … di Sergio Pizzolante

    Quando Draghi dice la pace o il condizionatore, dice una cosa che ha senso, per chi vuol capire il senso di quello che dice.
    Pensate che l’ex Governatore della Banca d’Italia, l’ex Presidente della Bce, l’attuale Presidente del Consiglio italiano, non sappia che l’eventuale interruzione della fornitura del gas russo non comporterebbe , solo, lo spegnimento del condizionatore del nostro salotto?
    Se pensiamo questo, se lo pensa anche chi è in grado di pensare, beh, è finita.
    Qui siamo ad un processo di marmellatizzazione del tutto.
    Non ci sono più mele, pere, albicocche.
    È tutto un liquido incolore e via via putrescente che si insinua ovunque.
    Anche nelle menti migliori.
    Se crediamo che Draghi non lo sappia, beh, si salvi chi può.
    E visto che il cinismo impera, consegniamoci subito agli imperi del cinismo, visto che consideriamo cretino un Draghi.
    Chi prende alla lettera la frase di Draghi non comprende il senso della lettera.
    È, semplicemente, banalmente, una metafora per dire che la pace, la ricerca della pace, impone, imporrà, dei sacrifici.
    Sacrifici che non sono nulla di fronte a chi sta affrontando il “sacrificio” di morire.
    Questo il senso. Ma non solo, certo.
    E si, si, è anche, voleva essere anche, un modo ironico, anche sarcastico, certo, di dire agli scettici, ai cinici, ai dubbiosi malmostosi dell’Occidente che odia l’Occidente, ai putinisti imputiniti: siete degli imbecilli.
    Il paradosso per sottolineare il livello di imbecillità.
    Non era un messaggio rivolto a tutti.
    Non l’ho sentito come un messaggio rivolto a me.
    Anzi ho sorriso.
    Capivo a chi era rivolto.
    È stato un modo sottile di dirlo.
    Troppo sottile per chi è impegnato nell’arena.
    Col pollice in giù.
    Sergio Pizzolante