
LACY M. JOHNSON , IL CORPO RICORDA (NN EDITORE, PP 256, EURO 18). Lacy M. Johnson, scrittrice e attivista americana, si interroga sul significato profondo, culturale e sociale, dell’essere oggi una vittima di violenza di genere, ma al tempo stesso ne rifiuta l’etichetta e, grazie alla scrittura, trasforma il trauma in un coraggioso slancio verso la vita e l’amore. Lo fa nel memoir in presa diretta ‘Il corpo ricorda’ che arriva nelle nostre librerie il 13 settembre per NN Editore nella traduzione di Elisabetta Zani. E’ una storia vera e potente che, con disarmante onestà, intreccia racconto intimo e cronaca.
“È facile scrivere che ho paura di lui. È difficile ammettere che lo amavo”, dice la Johnson.
E’ la notte del 5 luglio 2000 quando Lacy M. Johnson fugge dal seminterrato in cui l’ex fidanzato l’ha rinchiusa con l’intenzione di ucciderla. Lacy ha ventidue anni e lui è stato, prima, il suo insegnante all’università, e poi l’uomo con cui ha convissuto per anni, in una relazione segnata da violenze e soprusi. Fino alla sua decisione di lasciarlo, e al fatidico ultimo incontro. Alla polizia Lacy racconta cosa è successo e quelle parole diventano un peso insostenibile, un marchio a cui è impossibile sottrarsi, ma anche una cura, l’unico antidoto per elaborare il trauma. La ricerca di una giustizia interiore si confronta con la tenace memoria del corpo e, avanti e indietro nel tempo, Lacy ripercorre la relazione con l’ex fidanzato, le esperienze di sesso e dipendenza, intrecciando il suo racconto con i rapporti della polizia, le valutazioni degli psicologi, gli incubi ricorrenti, nel tentativo di guarire e perdonarsi.
Senza mai cadere nell’autocommiserazione, la Johnson, che vive a Houston e con questo libro è stata finalista al National Book Critics Circle Award for Autobiography, al Dayton Literary Peace Prize, e all’Edgar Award for Best Fact Crime, si interroga su come un essere umano possa tollerare la violenza. E, soprattutto, dopo aver passato così tanto tempo a sopravvivere, come si possa tornare a vivere davvero. (ANSA).
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