Quindi il Corriere ha scelto.
Vota Letta, ma tende la mano a Meloni.
Il confronto a due è un grosso favore a Letta ma non dispiace a Meloni. Non può dispiacerli.
Anzi, alla fine, è quella che ci guadagna di più.
Perché?
Letta.
Il dibattito porta via Letta dalla confusione che ha creato da solo.
Viene incoronato leader del centro sinistra e tutti gli altri dietro. Meno visibili di prima.
Tutti quegli altri che, sconosciuti ai più, incredibilmente, lui aveva fatto conoscere a tutti: i Fratoianni e i Bonelli.
Il dibattito mette Letta anche qualche gradino sopra Conte, che in questa campagna elettorale gli sta portando via voti al sud.
Morale della favola: un po’ di ossigeno al Pd.
Ma col dibattito Letta legittima Meloni, non può più usare il “pericolo Meloni”, accetta la sconfitta, perde la partita delle elezioni, ma può non perdere quella dentro il Pd. Subito dopo.
Meloni.
Il dibattito crea uno stacco che diventerà incolmabile fra Meloni e i suoi compagni di viaggio, Berlusconi e Salvini, che ormai giocano nella serie B e C del centro destra.
Quindi la incorona leader senza rivali e la porta verso il 30%.
Inoltre, cosa molto importante per lei , la legittima come Premier possibile. Commestibile.
Anche per la borghesia corrierista lombarda e non solo.
Bella distanza dalla campagna sulla nuova “marcia su Roma” di Repubblica e compagnia.
Il Corriere le ha cucito un abito nuovo.
Sperando che vada in viaggio con quello.
Da Macron e non da Orban.