Il decreto sicurezza è una schifezza
Faccio fatica enorme, sulla giustizia, a dare ragione a chi sta dalla parte dei magistrati a prescindere.
E mi è chiaro che qualsiasi cosa ci fosse scritta nel decreto sicurezza i Conte, le Serracchiani e le Schlein sarebbero comunque contro.
Ecco, io sono contro a prescindere, da loro.
Per intenderci.
Perché?
1. E’ stupido. Decreto stupido. Perché mette insieme cose giuste con cose che possono venire dalla mente di un Del Mastro imbevuta da un Gratteri. Mi riferisco, ad esempio, alle norme sulle proteste in carcere. Chi sa qualcosa delle carceri sa che è una norma imbecille. Perché favorisce solo i prepotenti e i boss. Che non hanno bisogno di protestare.
2. Mette insieme norme giuste sugli sfratti, sulle forze di polizia, con i reati di “prossimità”: se commessi vicino la stazione una pena se vicino agli ospedali o alle scuole un’altra pena.
3. Norma, penalmente, con pene eccessive, con aumento di pena, le donne incinta o con bimbi neonati. Che borseggiano. Solo pensarlo è un obrobrio. Solo pensarlo. Una cosa così delicata. Pensare cioè di arginare il fenomeno con aumenti di pena o con pene dedicate. Non si fermano i borseggi punendo neonati o non ancora nati.
4. È ancora più stupido mettersi alla berlina, farsi mettere alla berlina, sulla libertà di protesta, di manifestazione. Mi riferisco alla resistenza passiva. E’ chiaro che vanno fermati vandali e provocatori e sfascia vetrine. E’ chiaro. Ma parlare di resistenza passiva come reato e’ stupido. Ti fai mettere alla berlina inutilmente. Offri argomenti ai nemici.
5. E poi, più pene, più reati, più anni di carcere. Una cosa non tollerabile. Troppo. E in totale contraddizione con la cultura giuridica sventolata da Nordio. Un corto circuito. Che rende poco credibili, meno credibili, le norme giuste sulla riforma della giustizia. Perché non si è credibili sulle battaglie antigiustizialiste con l’eccesso di giustizialismo su altri versanti. E questa è la cosa che più mi fa arrabbiare.
Quindi ha fatto bene la cassazione questa volta.

Sergio Pizzolante