In tutte le trasmissioni televisive, il dibattito è ormai fra i giornalisti. Si scambiano gli inviti, le ospitate, ognuno presenta il libro dell’altro. Sono tutti esperti. Del nulla.
Sono quasi tutti d’accordo, la vicenda Draghi segna il fallimento della politica.
Lasciamo stare che qualche giorno fa nessuno di loro aveva previsto Draghi. Nessuno.
Lasciamo stare che tutti o quasi davano per scontato Conte e consideravano Renzi o altri, dei provocatori irresponsabili se parlavano di Draghi. Ma dai, Draghi non accetterà mai, dicevano. Quasi tutti.
Quindi, quasi tutti, non avevano capito niente.
Però hanno capito che è fallita la politica.
Non si sono accorti che è fallita da un pezzo. Da 30 anni. E sono falliti in tanti. In 30 anni.
Dalla prima repubblica, alla seconda, alla terza.
Non si sono accorti che da 30 anni non raccontano la politica, ma la cattiva politica, di cui fanno parte in pieno. L’antipolitica, che hanno, grandemente, contribuito ha creare.
Che è fallita. Che ha creato mostri. Che ha mostrificato i leader politici veri per arrivare poi ai Toninelli e alle Catalfo. Grazie a loro.
Grazie a loro che sono stati e sono complici del Sistema, raccontato da Palamara. Il potere vero, delle Procure. Che sta sopra tutto. Sopra il teatrino che loro raccontano.
Potere scandaloso. L’unico scandalo del quale non parlano.
Perché loro sono dentro lo scandalo.
Sono loro lo scandalo.
Poi arriva la politica, che loro non sanno più vedere, altissima, di Mattarella, che nomina Draghi, che ci sta, e loro, direttori a vita, di ogni repubblica, non ci capiscono più nulla. Intervistano qualche deputato grillino di Caltanissetta, per capirci qualcosa.
Poveracci.
Falliti.
Sergio Pizzolante
