Il fenomeno del ‘barbonismo domestico’

“Il barbonismo domestico – spiega lo psicologo e psicoterapeuta Fabio Meloni – è una forma di isolamento sociale che rende alcune persone invisibili, pur se vivono in condizioni di disagio materiale, fisico e psichico. Come i clochard di strada, che sono considerati invisibili e ai margini della società, i barboni domestici sono resi ancora più invisibili dall’avere una casa in cui vivere, che nasconde ancora più efficacemente la loro esistenza al mondo”. Quali sono le cause?  “Come la maggioranza dei senzatetto, che vive in strada perché si trova in condizioni di povertà estrema o perché affetta da sindromi psichiatriche, anche i barboni domestici vivono la loro condizione per cause pressoché analoghe – continua Meloni – . I casi di barbonismo volontario sono, in realtà, piuttosto rari. Stabilire quanto può essere “volontario” l’isolamento sociale di una persona è difficile: alcuni disturbi sono talmente gravi da rendere molto difficile la valutazione. Una delle cause del barbonismo domestico è la cosiddetta sindrome di Diogene. A differenza del filosofo greco Diogene, che aveva scelto una vita povera dopo una acuta riflessione filosofica, i moderni Diogene si recludono nelle mura domestiche – conclude Meloni – per una totale disattenzione alle proprie necessità basilari, come la salute o l’igiene. L’autosegregazione praticata dai barboni domestici li tiene lontani da qualsiasi possibilità di relazione. Nel corso del tempo, quindi, le loro case si trasformano in vere e proprie “discariche”. Nelle abitazioni dei barboni domestici gli oggetti e l’immondizia si accumulano, sovrapponendosi e confondendosi. L’incapacità di liberarsi degli oggetti e dell’immondizia suggerisce un sostanziale “rifiuto” o l’incapacità di vivere le relazioni esprimendo i propri vissuti e le proprie emozioni, che finiscono per “accumularsi” in casa. 


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