la faccia di “una faccia una razza”, come dicono a Cipro dei fratelli italiani. Ma come: i ciprioti, cittadini dell’unico Paese Ue a subire nel 2013 nel giro di una notte un dolorosissimo bail-in (con prelievo forzoso dai conti correnti bancari) e un spaventosa recessione, stanno per diventare più ricchi dei cittadini della seconda potenza industriale europea? Non lo diciamo noi, ma l’ultimo World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale: nella tabella del Pil pro capite a parità di potere d’acquisto è scolpito con plastica evidenza il declino dell’Italia, destinato purtroppo a proseguire anche nei prossimi anni (e per fortuna le stime del Fmi si fermano al 2023).
Qualche giorno fa aveva fatto notizia il sorpasso della Spagna,avvenuto l’anno scorso, ma quello è solo l’antipasto. Secondo le previsioni del Fmi, nel 2020 i ciprioti avranno un Pil pro capite a prezzi correnti (ovvero aggiustato per il potere d’acquisto) a quota 42380 dollari, contro i 42mila dollari degli italiani: l’isola del Mediterraneo più piccola di Sicilia e Sardegna si toglierà la soddisfazione di balzare davanti alla seconda economia industriale europea. Malta, per la cronaca, aveva superato l’Italia già nel 2015.
Ma non è finita. Volendo farci male fino in fondo, andiamo a dare un’occhiata alle previsioni del Fmi per i prossimi cinque anni. Stiamo sempre parlando di Pil pro capite a parità di potere d’acqisto: nel 2022 verremo superati dalla Repubblica Ceca, e l’anno successivo anche da Lituania e Repubblica Slovacca.
Sembra incredibile pensare che esattamente vent’anni fa, nel 1998,eravamo davanti a Svezia, Francia e Gran Bretagna (oltre che naturalmente alla Spagna). Nel 2023, come compagni di sventura avremo solo i greci, che quanto a Pil pro capite saranno stati sorpassati perfino da staterelli esotici come Trinidad e Tobago o le Seychelles. Il Sole24ore.com