HO FATTO SESSO con padre Gratien, ma solo una volta e per amore». Questo avrebbe ammesso la rom 22enne, sentita in incidente probatorio ieri mattina, davanti al gip di Arezzo. Secondo quanto emerso dall’interrogatorio la nomade non è una lucciola, ma una rom che gira tutti i giorni per Perugia a chiedere l’elemosina. Era innamorata del religioso indagato per la scomparsa di Guerrina Piscaglia da Ca’ Raffaello. Innamorata del frate di cui probabilmente non sapeva nemmeno fosse un frate. La 22enne, Bereta Cogljataru, avrebbe conosciuto padre Gratien i primi di dicembre scorso, in un bar di via Marsala a Perugia, insieme ad altri rom. Il frate ha iniziato a frequentare il campo nomadi per fare carità. Il rapporto tra i due si approfondisce nei giorni successivi, attraverso un assiduo scambio di sms. Molto simili alle conversazioni via cellulare del prete con Guerrina. E’ la ragazza che si propone al religioso. Lui replica che lei ha un marito e un figlio in Romania. Segue poi un incontro alla vigilia di Capodanno, nella casa di padre Gratien (in via della Pergola) dove questa volta la ragazza, afferma, che il rapporto sessuale c’è stato. E che il religioso le ha allungato una bancanota da 100 euro ma solo per consentire (dice lei) di festeggiare la fine dell’anno alla giovane con gli altri nomadi del campo. Nell’aula di tribunale è presente anche padre Alabi, con il suo avvocato difensore Luca Fanfani. E lui nega il rapporto. E continua a non parlare. Nessun altro rapporto sessuale? La nomade nega, nonostante il Pm le rilegga quanto dichiarato da lei stessa ai carabinieri pochi giorni fa. Per il pm Marco Dioni, questa confusione nelle dichiarazioni della giovane, però, «non cambia niente, il quadro resta sostanzialmente lo stesso». Fanfani, invece, esce dall’aula polemizzando:«Quello che è apparso sui media esce ribaltato da quanto è realmente accaduto in aula. E’ tutto irrilevante, un’indebita e inutile intrusione nella vita privata di padre Gratien, che niente c’entra con le accuse a lui rivolte. Come se a un ladro di supermercato si chiedesse delle sue abitudini sessuali». Il Gip in aula respinge però l’eccezione di irrilevanza dell’avvocato Fanfani. Tutto al momento è importante per inquadrare la personalità del principale indagato della vicenda. Quanto poi peserà il racconto della nomade lo si potrà capire solo al processo. Se e quando ci si arriverà. r.c. Il resto del Carlino
