IL GIALLO DI CA’ RAFFAELLO. «Nessuna fuga d’amore con Guerrina». L’ambulante marocchino al gip: «Non la conoscevo, il prete è un bugiardo»

padre gratienFINO A DOMENICA era introvabile. Ieri mattina a sorpresa, è arrivato in tribunale ad Arezzo, accompagnato dal fratello. Il testimone Ahmed Elmer, ambulante marocchino di 24 anni, di cui si erano perse le tracce per alcuni giorni, ieri si è presentato regolarmente davanti al gip alle 9. Due ore di interrogatorio per chiarire che cosa è successo nel celebre incontro a casa di Guerrina Piscaglia e Mirco Alessandrini, il 30 aprile, giorno prima della scomparsa della casalinga da Ca’ Raffaello. L’ambulante ha confermato che l’incontro c’è stato. Lui però non conosceva nessuno. Suonò alla porta, gli aprirono ed entrò, bevve qualcosa in compagnia della donna e di padre Gratien Alabi, cercò di vendere la sua merce e se ne andò. Nessuna storia con Guerrina. Nessuna fuga d’amore il giorno seguente, insomma. Tra i particolari emersi il fatto che quel giorno Gratien e Guerrina fossero particolarmente allegri e che, a quanto gli era sembrato, la donna lanciava al prete sguardi di complicità. E poi ancora: lo scambio di numeri di telefono con padre Gratien. Elmer è stato rintracciato infatti tramite le intercettazioni telefoniche del cellulare di padre Alabi, a fine novembre. L’ambulante ribadisce davanti al giudice, che aveva cercato il frate due volte, ad agosto e novembre, solamente perché cercava lavoro. Ed è proprio contro padre Gratien che ieri in aula il magrebino si è scagliato verbalmente. Alla vista del religioso in aula ha iniziato a urlargli contro: sei un bugiardo, un falso, hai detto che sono scappato con Guerrina, ma io non la conosco nemmeno. Il parroco ha ascoltato in silenzio, accompagnato dall’avvocato Luca Fanfani che è subito intervenuto in sua difesa: a parlare del marocchino e della fuga, era stato il marito della scomparsa, non Gratien. Nell’interrogatorio si ieri è emerso anche che Ahmed, quel 30 aprile, non si sarebbe qualificato come proveniente da Gubbio, come invece era scritto negli sms partiti dal telefonino della donna scomparsa. E qui attacca Fanfani: «Cade quindi l’ipotesi del depistaggio da parte del mio assistito che davvero non sapeva che l’ambulante risiedesse a Gubbio». Francesca Faggiotto, avvocato del marito di Guerrina, afferma: «Le dichiarazioni di Elmer confermano quanto Mirco aveva dichiarato fin da subito». Fanfani replica all’appello dei familiari di Guerrina al Papa: «La facoltà di non rispondere è uno strumento del quale il mio cliente legittimamente si avvale. Non siamo ai tempi dell’Inquisizione». Il 23 marzo l’appuntamento è nuovamente in tribunale, per l’ultimo incidente probatorio per il parroco di Ca’ Raffaello, padre Faustin, sulla fantomatica figura di zio Francesco. Il Resto del Carlino