Una data segnata col circoletto rosso. Dalla Grecia. Ma anche dall’Europa intera. Il 9 aprile: quel giorno, infatti, scadrà il prestito da 420 milioni di euro concesso dal Fondo monetario internazionale ad Atene. Se il prestito non venisse rimborsato per tempo – e l’ipotesi appare molto più che una possibilità – il Paese andrebbe in bancarotta. Il capolinea finanziario per Tsipars e compagni, dunque, è davvero vicino. L’allarme viene lanciato anche dal ministro degli Interni di Atene, Nikos Voutsis, che dalle colonne del tedesco Der Spiegel spiega: “Se i creditori internazionali non verseranno nuovi fondi ad Atene entro il 9 aprile la Grecia non rimborserà in tempo il Fmi. Dovremmo trovare un accordo per posticipare il pagamento e scongiurare il default sul debito. Abbiamo denaro sufficiente fino a metà aprile”.
Lotta contro il tempo – Nel frattempo continuano le aspre trattative tra Tsipras e i vertici europei per sbloccare i fondi necessari. Da par suo, il ministro dell’Economia di Atene, George Stathakis (da non confondersi con il titolare delle Finanze, il celeberrimo Varoufakis), si mostra ottimista e convinto del fatto che la partita si chiuderà “nella settimana della Pasqua ortodossa”. Ma per chiudere la partita l’Europa deve accettare il piano di Tsipras, che poche ore fa ha sottoposta agli sherpa dei ministri delle Finanze la lista delle nuove riforme. Si tratta di un plico di 26 pagine che prevedono interventi per 6 miliardi di euro. Misure che però le autorità continentali non reputano convincenti. Si tratta di una vera e propria lotta contro il tempo, e se la Grecia la perdesse evaporerebbero i 7,2 miliardi di aiuti che la Ue potrebbe sbloccare. Una possibile intesa potrebbe essere trovata tra il 24 e il 25 aprile, quando a Riga i ministeri delle Finanze terranno le riunioni informali di primavera. Una riunione che, però, si terrà dopo il fatidico 9 aprile fissato come deadline dal governo ellenico.