La linea ‘dura’ del presidente del Tribunale dei Minori di Bologna porta San Marino all’attenzione dei media.
Sono in attesa della sentenza di appello i genitori di Anna Giulia Camparini, la bimba di sei anni che attraverso una serie di atti del tribunale di Bologna, poi concretizzatisi con la dichiarazione di adottabilità, è stata tolta alla famiglia naturale dall’età di tre anni. Il caso mette in discussione il funzionamento del tribunale dei minori di Bologna che ha determinato questa, come altre decisioni molto dure nei confronti delle famiglie. Presidente del tribunale dei Minori è Maurizio Millo, fautore della linea rigida e legato a San Marino come membro del Collegio dei Garanti, il massimo organo di giustizia che vigila sulla costituzionalità delle norme. Sabato scorso abbiamo dato notizia della decisione della Corte di Cassazione che ha annullato l’ordine di trasferimento del giudice Francesco Morcavallo voluto dal Csm su sollecitazione di Millo con argomentazioni severe nei confronti di chi trascura di valutare le ragioni della difesa nella posizione dei minori. Sul caso della piccola Anna Giulia si è aperto invece un vero e proprio caso mediatico. Le grandi reti nazionali lo hanno affrontato e la trasmissione “Chi l’ha visto?” ha realizato ben due lunghi servizi che mettono in evidenza forti incongruenze nella decisione del tribunale dei Minori, indicando errori grossolani e inadempienze procedurali, fino a sostenere come Anna Giulia sia stata tolta ai genitori perchè in casa si sarebbero trovati strumenti per il consumo di sostanze stupefacenti. Il fatto strano è che tali strumenti sono risultati essere un narghilè e della pellicola trasparente (tipo Domopak). Ma il fatto più rilevante è il contrasto fra le decisioni adottate collegialmente dai servizi sociali di Reggio Emilia, che indicano come la famiglia sia perfettamente in grado di accudire la figlia e quelle di Bologna, decise da un singolo professionista, che addiruttura ha indicato inidonei i nonni paterni (persone del tutto normali e in un ottimo rapporto affettivo con la piccola) a crescere la bimba. Le associazioni di tutela dei bambini sono in fibrillazione e il caso non tarderà ad esser di nuovo sui media data la sua drammaticità. La Tribuna