Il Governo fa marcia indietro. E dopo la notizia diffusa in mattinata secondo cui non sarà più possibile per i collaboratori ricevere l’indennità di disoccupazione il Ministero del lavoro e delle politiche sociali informa che si sta operando per realizzare una disposizione, da inserire « Milleproroghe» che garantisca la continuità dell’erogazione della Dis.Coll, con la finalità di collegare la normativa in essere fino al 31 dicembre 2016 ad una specifica previsione strutturale, da definire all’interno della legge delega sul lavoro autonomo non imprenditoriale attualmente all’esame della Camera». Ancora in mattinata l’Inps aveva spiegato che la norma (Dis.coll.) introdotta nel 2015 «non è stata oggetto di proroga» in relazione agli eventi di disoccupazione intervenuti dal primo gennaio 2017. Nessuna indennità quindi sarebbe stata erogabile a fronte delle cessazioni involontarie di contratti di collaborazione coordinata e continuativa anche a progetto intervenuti dall’inizio del 2017.
La norma
La disoccupazione dei collaboratori («Dis-Coll») era stata istituita in via sperimentale dall’art. 15 del decreto legislativo n. 22 del 2015 a favore dei collaboratori coordinati e continuativi, anche a progetto, nel caso in cui fossero entrati in disoccupazione del 2015 e successivamente era stata prorogata anche al 2016.
La prestazione
La prestazione Dis-coll era stata istituita dal governo Renzi con il Jobs act in via sperimentale e prevedeva che fosse corrisposta mensilmente per la metà dei mesi di contribuzione presenti nel periodo compreso tra il 1 gennaio dell’anno solare precedente l’evento di cessazione del rapporto di collaborazione e l’evento stesso (con almeno tre mesi di contribuzione accreditata) fino a un massimo di sei mesi. La fruizione dell’indennità Dis-coll non dava diritto alla contribuzione figurativa. La misura della prestazione era pari al 75% del reddito medio mensile se inferiore all’importo di 1.195 euro. In ogni caso l’importo dell’indennità non poteva superare la misura massima mensile di 1.300 euro per l’anno 2015, rivalutato annualmente. Corriere.it