Il governo spende 300mila euro ?e insegna la finanza ai migranti

Approvata in Senato la strategia nazionale per l’educazione finanziaria rivolta a donne, anziani e migranti

Migranti e richiedenti asilo a scuola di finanza sotto l’elgida di Senato e Bankitalia.

Lo scorso 11 gennaio il governo ha presentato a Palazzo Madama una proposta che vuole essere una vera e propria “strategia nazionale per l’educazione finanziaria e previdenziale”. In sostanza un piano per insegnare a rapportarsi con banche e assicurazioni.

La “strategia”, però, dovrebbe essere destinata anche “gruppi vulnerabili quali donne, anziani e migranti”. Esatto: pure gli immigrati. L’idea è nata nell’ambito del Comitato per l’educazione finanziaria, che – se la proposta verrà accettata – dovrà stipulare con “organismi associativi, ordini professionali e altri enti o istituzioni” degli accordi di collaborazione così da creare “una rete capillare in grado di raggiungere specifici segmenti di popolazione”.

Tra gli specifici segmenti della popolazione non ci sono soltanto i pensionati, gli anziani o i truffati dalle banche (come quelli che si sono trovati di fronte qualcuno che gli ha promesso investimenti sicuri per poi scoprire di aver perso tutti i propri risparmi). Ma anche i migranti. “L’ obiettivo – si legge nel documento riportato dalla Verità – raggiungere un ampio numero di persone e gruppi svantaggiati, quali i migranti. Il comitato promuoverà l’integrazione dell’ educazione finanziaria nelle unità didattiche dei Cpia, ovvero i centri provinciali“. Il costo? 300mila euro, scrive La Verità: “Una volta definite le linee guida – spiega il quotidiano – spetterà agli organismi intermedi educare gli immigrati appena sbarcati in Italia, insegnare l’ utilizzo di strumenti digitali per accedere ai conti correnti e definire le basi del linguaggio finanziario

Secondo l’Arci“l’inclusione economico-finanziaria è assunta a pieno titolo come uno dei fattori che riduce la vulnerabilità di coloro che a causa del processo migratorio non hanno più accesso ad una rete di supporto familiare, ne promuove integrazione economica e quindi sociale, ne favorire la mobilità all’interno dell’Europa. Accedere ai servizi bancari facilita l’accesso ad opportunità per la gestione del risparmio, al credito, al trasferimento di fondi e rimesse“.

Non è un caso se anche l’Arci e la Banca Etica tra il 2015 e il 2016 hanno sperimentato bancomat dedicati ai richiedenti asilo. Un esercito di oltre 150mila ingressi ogni anno. Che oggi per le banche sono solo migranti e domani potrebbero diventare clienti. Il Giornale.it