Saleh A., il giovane siriano che ha permesso di sventare gli attentati in Germania, ha rivelato che doveva trattare con un certo “Santos” la cessione al Vaticano per “10mila euro” di un video con la prova in vita del religioso.
Se ha ragione il jihadista pentito Saleh A. – l’uomo che ha permesso di sventare due imminenti attentati suicidi in Germania – padre Paolo dall’Oglio è ancora vivo e c’è un video che lo dimostra. Raccontando il retroscena degli attacchi sventati attraverso la confessione di Saleh, Le Monde rivela che il giovane jihadista siriano voleva raggiungere Roma per trattare con un certo “Carlos” la vendita al Vaticano di un video in cui ci sarebbe la dimostrazione che il religioso italiano è vivo.
Saleh A. si è consegnato spontaneamente alla polizia parigina il primo febbraio, raccontando di essere uno dei membri di una cellula dormiente composta da una ventina di persone a Dusseldorf, in Germania, e nel campo rifugiati olandese di Nimègue: erano in attesa dell’ordine definitivo di attacco per realizzare attentati suicidi nella città vecchia di Dusseldorf. L’uomo ha raccontato di essersi consegnato spontaneamente alla polizia perché “stanco” dei due anni trascorsi a rimbalzare tra un campo profughi e l’altro. Gli inquirenti francesi hanno immediatamente girato le informazioni raccolte dall’uomo ai colleghi tedeschi e olandesi, e dopo quattro mesi di verifiche sono scattati gli arresti in Germania di tre jihadisti della cellula, fermati mentre stavano per agire.
Consegnandosi alla polizia francese e rivelando i progetti di attentati Saleh sperava di ottenere un trattamento di riguardo e lo status di “pentito”, ma gli inquirenti francesi lo hanno immediatamente arrestato “per la sua stessa sicurezza”. Sorpreso per il trattamento, Saleh ha cominciato a sminuire il suo ruolo nella cellula. Ma le informazioni che aveva consegnato agli inquirenti sono risultate preziose, e aprono un nuovo capitolo anche nella vicenda di padre Dall’Oglio, rapito il 29 luglio 2013 mentre cercava di raggiungere Raqqa per parlare direttamente con gli islamisti. Saleh doveva tentare di vendere il video con la prova in vita del religioso per diecimila euro. Ha raccontato che a parlargi di quel video era stato un agente della polizia segreta dello Stato Islamico che aveva conosciuto in Siria.
E’ lì che è iniziato il viaggio di Saleh per compiere attentati in Europa: secondo il suo funambolico racconto, nel 2009 era stato arrestato dalle forze governative per aver “insultato il presidente”. Liberato nel 2013, aveva raggiunto l’esercito libero siriano e si era arruolato nelle forze di Al Nusra, l’organizzazione affiliata ad Al Qaeda. Pochi mesi dopo, però, aveva tentato di trattare con l’Is il passaggio del suo battaglione tra le forze dell’esercito islamico, molto meglio attrezzate, ma era stato arrestato dagli islamisti a Raqqa. E’ lì, ha raccontato, che una volta liberato ha conosciuto l’agente della polizia segreta che gli ha parlato del video, dandogli istruzioni sulle trattative da effettuare per vendere le immagini al Vaticano.
Partito insieme ai profughi, transitato dalla Turchia alla Grecia e poi in Macedonia, Serbia e Ungheria, ha raggiunto la Germania dove ha chiesto asilo a marzo dello scorso anno. Insieme, tra marzo e luglio 2015 hanno fatto lo stesso percorso gli altri membri della cellula. Il racconto di Saleh è stato verificato punto per punto, e collima anche nei dettagli, come il passaggio tramite BlaBlaCar. Per questo – anche se gli inquirenti francesi restano molto prudenti sul suo ruolo reale e sul significato del suo “pentimento”, non escludendo che possa essere un agente segreto infiltrato dallo Stato islamico – la portata delle sue rivelazioni è enorme, e lo è anche nel caso che riguarda il religioso italiano. E tra i motivi del suo pentimento, quella “stanchezza” di cui ha parlato, secondo gli
inquirenti ascoltati da Le Monde potrebbe esserci una ragione molto venale: i soldi per il viaggio a Roma li avrebbe dovuti ottenere in un pacchetto da ritirare presso un parrucchiere parigino, ma quei soldi non sono mai arrivati. E, “stanco”, Saleh ha varcato la soglia della gendarmerie.
La Repubblica.it