“E’ semplicemente non negoziabile” che il Messico paghi per il muro che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump vuole costruire al confine tra i due Paesi. Lo ha ripetuto Luis Videgaray, nel corso di una conferenza stampa a Washington, dove si trovava insieme ad una delegazione ministeriale per incontri con la nuova amministrazione e per preparare la visita del presidente Enrique Pena Nieto il 31 gennaio, poi annullata per protesta.
“Ci sono delle cose che non sono negoziabili, delle cose che non possono né saranno negoziate – ha detto Videgaray -. Dire che il Messico possa pagare per il muro è una cosa semplicemente non negoziabile”. Il capo della diplomazia messicana si è poi detto fiducioso sulla possibilità di arrivare ad un’intesa sui rapporti commerciali tra i due Paesi, dopo che Trump ha attaccato duramente il Nafta, l’accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Messico, che a suo dire sarebbe “a senso unico”. “Arriveremo ad accordi, accordi molto buoni – ha assicurato il ministro – siamo sicuri che questo è quello che conviene di più al Messico, agli Stati Uniti ed alla regione”.
Mentre l’amministrazione Trump pensa di imporre un dazio del 20% su tutti prodotti importati dal Messico (il loro valore complessivo è di oltre 300 miliardi di dollari) per far pagare ai messicani le spese della costruzione del nuovo muro, l’economista Paul Krugman spiega che questa sarebbe una misura da “incompetenti e ignoranti”. Se Trump mette una tassa sulle auto americane che importiamo dal Messico, saranno gli americani e non i messicani a pagare il muro. Argomento sostenuto anche dal ministro Videgaray che precisa: “Mettere un dazio sulle merci importate dal Messico significa che il consumatore americano pagherà una automobile, una lavatrice o un avocado”.
Le ultime mosse del presidente Usa, e la cancellazione del summit con il presidente messicano, hanno scatenato in Messico una campagna antiamericana. Sui social si invita al boicottaggio dei prodotti delle multinazionali statunitensi, da Starbucks alla Coca cola fino ai McDonald’s. Mentre su Instagram c’è un nuovo hastag che promuove l’orgoglio messicano #AmorAMéxico dove vengono postate foto che esprimono amor proprio e dignità del Paese.
Un messaggio chiaro arriva anche dal Vaticano. La Santa Sede è preoccupata per “il segnale che si dà al mondo” con la costruzione del muro tra Usa e Messico, voluto dal presidente statunitense Donald Trump per frenare le migrazioni. E si augura che gli altri Paesi, anche in Europa, “non seguano il suo esempio”. Lo ha detto oggi al Sir il cardinale Peter Turkson, presidente del Dicastero per la promozione dello sviluppo umano integrale, a margine di un convegno sulla “Laudato sì e gli investimenti cattolici” alla Pontificia Università Lateranense. La Repubblica