Il ministero della giustizia rassicurò gli Usa sui domiciliari a Uss

   Il Ministero della Giustizia il 6 dicembre rispose ad una lettera del Dipartimento di Giustizia degli Usa del 29 novembre, che aveva evidenziato il rischio che l’imprenditore russo Artem Uss, per cui erano stati decisi i domiciliari il 25 novembre, potesse fuggire, e nella risposta chiariva che la decisione sulla misura più idonea era di esclusiva spettanza della Corte d’Appello di Milano. E precisava che la misura decisa era stata resa più sicura con l’applicazione del braccialetto elettronico. Emerge dalla risposta, attraverso una relazione e allegati, fornita dalla Corte d’Appello al Ministero dopo le richieste di chiarimenti.

   La Corte d’Appello di Milano, dopo aver deciso i domiciliari per Artem Uss (eseguiti il 2 dicembre, quando venne reperito il braccialetto
elettronico), non poteva aggravare d’ufficio la misura cautelare se non nel caso di violazioni dei domiciliari, ma la Procura generale poteva fare ricorso chiedendo il carcere e anche il ministero della Giustizia, in base alle norme, poteva chiedere in qualsiasi momento l’aggravamento della misura, ossia la carcerazione. E’ un passaggio, da quanto si è appreso, dei chiarimenti forniti in una relazione dalla Corte d’Appello di
Milano al ministero sul caso della fuga del 40enne russo.


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