I banchi della Basilica di San Pietro traboccano di presenze. Sono più di cinquemila i fedeli riuniti per la solenne Messa Pro eligendo Pontifice. Ma l’atmosfera non è quella di una celebrazione ordinaria: è il respiro collettivo di una Chiesa che si prepara a voltare pagina, portandosi sulle spalle il peso del mondo e l’eredità di un Papa che ha tracciato un sentiero irto ma potente.
Alle 19, la prima fumata. Il rituale comincia.
Il decano del Collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re, ha guidato la liturgia con parole che sono già un mandato: «Il mondo di oggi attende molto dalla Chiesa. E la Chiesa, per rispondere, ha bisogno di un uomo capace di custodire l’unità, farla crescere nella comunione, guidarla nel disordine di questi tempi con amore evangelico e visione profetica».
L’appello non è rimasto confinato all’altare. Tra i cardinali, già da giorni, le conversazioni si fanno fitte: non nei corridoi ufficiali, ma nei luoghi informali della città eterna, tra seminari e cene riservate. Le alleanze si muovono con la discrezione della diplomazia vaticana, ma anche con la consapevolezza che la posta in gioco va ben oltre l’istituzione. È il senso stesso della missione della Chiesa ad essere in discussione.
Nel cuore della Cappella Sistina, dove affreschi millenari sorvegliano ogni voto, si aprirà oggi pomeriggio il Conclave. I 133 cardinali elettori provengono da 66 Paesi diversi. L’Europa, ancora numericamente predominante con 53 porporati, conta 17 italiani. Ma mai come in questa elezione la geografia conta meno dell’orizzonte spirituale.
Il testamento di Francesco aleggia sopra ogni parola: basta guerre, basta silenzi. Dai conti della Santa Sede alla trasparenza, dagli scandali agli abusi, fino ai grandi temi globali – ambiente, pace, dialogo interreligioso – il prossimo Papa dovrà decidere se seguire la scia dirompente del predecessore o spezzare la linea, voltando pagina verso un nuovo equilibrio.
“L’amore è l’unica forza capace di cambiare il mondo”, ha ricordato Re, evocando il gesto radicale di Gesù che lava i piedi agli apostoli. Il futuro Pontefice, chiunque sarà, dovrà chinarsi anche lui: non solo sulle piaghe della Chiesa, ma su quelle dell’umanità intera.
Il Conclave inizia. Il mondo osserva. La fede attende.