La crisi mondiale del 2007-2008 ha determinato qualche riflesso negativo sull’economia sammarinese. Ma se siamo ancora in crisi da ben otto anni le cause sono strutturali e vanno ricercate all’interno smettendo la penosa tiritela della crisi mondiale recitata dal governo.
La disastrosa politica estera basata sulla conflittualità col governo italiano, fino al punto di chiedere follemente di andare in piazza a Roma a protestare contro l’Italia, è una delle cause principali della crisi sammarinese. L’insipienza di non contrattare col vicino prima lo scudo fiscale e oggi la voluntary disclosure; l’abbandono del Paese in black list tanti anni per coprire i politici disonesti; la mancata definizione di accordi commerciali con altri Paesi; la copertura di giri finanziari irregolari delle banche amiche con proprietari secretati; il mantenimento e l’uso spregiudicato del sistema concessorio; l’incapacità di impostare un piano di politica industriale collegato alla formazione; l’ospitalità ad una ventina di clan mafiosi; gli sprechi di denaro pubblico, il clientelismo, l’inettitudine che sono all’origine dell’affossamento del bilancio statale e della montagna di debiti; sono le cause aggiuntive della crisi interna che travaglia la Repubblica.
La fine della crisi, avvenuta già da anni in molte parti del mondo, mentre da noi continua, è la conferma di quanto sopra. Inoltre si sta affacciando il pericolo di una nuova crisi mondiale che ci troverà deboli, indifesi e senza una politica.
I tentativi disperati della cricca per formare il governone potranno andare anche in porto per il ribaltone di una parte degli oppositori che si spacciavano da alternativi, ma dalla crisi non si esce con squallide manovre mercantili. E’ il sistema che va cambiato, e ciò è realizzabile solo mettendo fuori gioco i responsabili del disastro e mettendo alla guida del Paese cittadini onesti, competenti, autonomi, con l’obiettivo di ridare San Marino ai sammarinesi e costruire insieme un futuro migliore.
Emilio Della Balda