Il Papa senza ipocrisia La morale contro il moralismo … di Sergio Pizzolante

Il Papa senza ipocrisia
La morale contro il moralismo.
A me piace.
Da non credente dico che questo Papa mi piace.
Difende Aupetit, arcivescovo di Parigi, che si è dimesso perché sono circolate mail, con una donna, dove appare chiara la tentazione della carne. Dice Francesco.
Non la relazione amorosa, ma la tentazione carnale. Aupetit lo ammette, ma sostiene, con forza,di non essere mai andato oltre.
E il Papa, con coraggio, lo difende.
È un peccato dice.
Non il più grave dei peccati, dice.
Uno sguardo, un sorriso, una carezza, dice.
“E questo è un peccato, ma non è dei peccati più gravi. I più gravi sono quelli che hanno più “angelicalità” (hanno più a che fare con lo spirito, ndr), la superbia, l’odio… I peccati della carne non sono i più gravi. Così Aupetit è un peccatore come lo sono io, come è stato Pietro, il vescovo su cui Gesù ha fondato la Chiesa. Come mai la comunità del tempo aveva accettato un vescovo peccatore, che aveva rinnegato Cristo? Perché era una Chiesa normale, abituata a sentirsi peccatrice sempre, tutti, una Chiesa umile. Si vede che la nostra Chiesa non è abituata ad avere un vescovo peccatore, facciamo finta a dire: è un santo il mio vescovo, con questo cappelluccio rosso… No, tutti siamo peccatori. Ma il chiacchiericcio cresce e toglie la fama e un uomo al quale hanno tolto la fama così non può governare. Questa è una ingiustizia. Per questo ho accettato la rinuncia di Aupetit: non sull’altare della verità, ma sull’altare dell’ipocrisia»”.
Dice di se che ha ceduto.
Sull’altare dell’ipocrisia.
Il Papa di Roma.
Siamo peccatori dice.
Ma facciamo finta di non saperlo.
Ci piace occuparci dei peccati degli altri.
Ci piace il chiacchiericcio sugli altri.
Che toglie la fama. Agli altri.
La reputazione. Agli altri.
Non per verità. Per ipocrisia.
È il ritratto magnifico, di un’epoca.
Spiega tutto.
Moralismo, giustizialismo, populismo.
Contro ogni morale.
Quel che siamo diventati.
A me piace.
Sergio Pizzolante