Il partito trasversale dei giovani a favore della legge ”Rottamadinosauri”

Tre “under 30” del Patto e uno di minoranza si siedono allo stesso tavolo per “dare un segnale alla politica”. Ovvero, far capire che “i movimenti giovanili trasversalmente sostengono il rinnovamento”, perché “rappresenta un bene per tutto il Paese”. Così Enrico Carattoni, Marco Galassi, Davide Forcellini e Lorenzo Antonini, rispettivamente dei gruppi giovanili di Psd, Pdcs, Ap e Ns, in un incontro con la stampa, spiegano l’importanza del progetto di legge così detto “rottamacongressisti” che introduce il limite di dieci anni cumulativi al mandato dei segretari di Stato. La normativa, promossa da cinque consiglieri di diverse forze di maggioranza, sarà portata in seconda lettura nella sessione consigliare che si aprirà lunedì prossimo. Sulla sua approvazione pesa l’incognita del voto segreto, sebbene, apertamente, tutti i partiti l’abbiano sostenuta, prima attraverso la votazione unanime di un’Istanza d’Arengo fi rmata dai giovani del Psd, di cui la legge ha recepito l’indirizzo, poi negli incontri con i promotori. “Questa normativa nasce dal fallimento della politica – spiega Galassi – che non è riuscita a portare il rinnovamento in uno dei principali organismi istituzionali”. Diversamente dal Consiglio, chiarisce, dove nelle ultime consultazioni il turn over ha riguardato il 40% dei seggi, “nel congresso di Stato – riconosce – il cambio generazionale non è stato quello voluto”. Quindi, la legge sui dieci anni “deve fungere da volano – prosegue Galassi – per attuare quel rinnovamento che dai partiti è stato introdotto solo in parte”. La proposta di legge non impone forzature, sostengono in coro i rappresentanti dei movimenti giovanili. “Non vogliamo rottamare nessuno – insiste Forcellini – ma rispettare un principio, quello della rotazione degli incarichi, che è millenario nel nostro ordinamento e risale all’istituto reggenziale”. Né tanto meno, prosegue il discorso Carattoni, la legge incide sul diritto democratico dei cittadini e sulla loro facoltà di scegliere i propri rappresentanti in Consiglio. “Piuttosto – puntualizza – interessa la rappresentanza che il Consiglio sceglie in congresso di Stato”. Infine, Antonini chiarisce il concetto una volta per tutte: “Vogliamo che la legge sia votata e voluta per il solo obiettivo di dare un input all’interno dei partiti – conclude – e perché i cittadini non riconoscano in una sola persona il referente unico del potere”.

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