Il Pci, poi la sviolinata a Conte: Calenda vira a sinistra

Carlo Calenda ha velleità centriste, almeno così dice, ma in questi ultimi giorni rischia di aver palesato il suo vero progetto politico con una svolta a sinistra in piena regola.

Una mossa, peraltro abbastanza pronosticabile, che può smentire l’autonomia dimostrata con la candidatura a Sindaco di Roma, dove Calenda aveva scelto di misurarsi tanto contro il centrodestra quanto con il Pd ed il MoVimento 5 Stelle. Che dalle parti di Azione preferissero il “campo largo” di Enrico Letta ad un reale tentativo di giocare la partita in solitaria era chiaro ma il politico romano si è spinto sino all’elogio del Partito comunista italiano.

“La bellezza e la potenza emotiva di queste foto. Comunque la si pensi ha twittato il leader di Azione, postando una serie d’immagini ritraenti scene del comunismo italico –, la forza di un’idea che si radica nella vita delle persone è un valore perso”. Una scelta quantomeno curiosa per chi, dopo essersi alleato con Più Europa, continua a sbandierare la necessità di costruire una formazione politica in grado di contrastare pure il centrosinistra, collocandosi nell’area liberal-democratica. L’ex candidato a primo cittadino della capitale è un europarlamentare che, dopo la rottura con il Partito Democratico, si è iscritto all’Alde, un gruppo dove le velleità post-comuniste non sono esattamente di casa.

Come se non bastasse a chiarire la direzione che intende prendere, il vertice politico di Azione, attraverso un’intervista rilasciata a La Stampa, ha pure specificato quale sia il suo pensiero sul capo politico dei grillini: “Non capisco come sia passato per la testa a Giuseppe Conte, una persona che ha un profilo istituzionale e un certo prestigio – ha detto – di mettersi in mezzo a quel branco di matti”. Conte, che è lo stesso che ha avuto il “profilo istituzionale” di utilizzare le dirette a reti unificate, nel momento più caldo della pandemia, per attaccare le forze politiche rivali (per dirne una) si distinguerebbe dal MoVimento 5 Stelle, mentre i grillini sarebbero appunto un “branco di matti”.

Distinguo che forse sono utili a Calenda per lanciare un messaggio a chi, oggi, dopo lo strappo tra l’ex premier gialloverde e giallorosso e Luigi Di Maio sul nome di Elisabetta Belloni, può vantare anche l’appoggio di Beppe Grillo e pare dunque destinato a guidare il MoVimento 5 Stelle alle prossime elezioni politiche, ossia quando le alleanze andranno poste sul tavolo e bisognerà limitare i tatticismi. L’elogio della passione politica dei comunisti e la sviolinata a Conte possono essere interpretati come il preambolo di una manovra. Un passaggio politico che può avere il gusto del ritorno a casa dopo una tentata prova di forza.

E infatti qualche utente gli fa notare via Twitter una certa divagazione sui temi proposti sino ad oggi: “Polemiche fesse – risponde il vertice di Azione – . C’è una dimensione politica e una storica e culturale. Non condivido nulla del comunismo. Neanche di quello italiano. Ma la forza della speranza e il senso di appartenenza che ha trasmesso a un paese poverissimo, e che emerge da quelle immagini, è un dato storico”. Distinguo, di nuovo, di difficile comprensione, in specie per un elettorato che ha creduto che Calenda avesse tracciato un solco deciso nei confronti della sinistra italiana e della sua storia.


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