Da qualche giorno è stata ufficializzata la candidatura per il Partito Democratico di Pierfrancesco Majorino per la presidenza della Regione Lombardia. E ancor prima di definire la coalizione, il Pd fa lo stesso errore che fece per la campagna delle politiche: partire con i manifesti, prima che con le alleanze.
Errore che la scorsa estate portò Letta a pubblicare manifesti creati su una piattaforma maggioritaria. “Scegli”, recitavano i poster declinati sui vari temi e slogan tra “rosso” e “nero”, quando di fatto dopo la rottura con Renzi, Conte e infine anche con Calenda, la campagna era di fatto proporzionale. Majorino di fatto scopiazza quella campagna, non proprio riuscita, nella grafica e negli slogan. E cosi con la stessa idea dello “Scegli” mette la sua faccia sopra a colori e sotto in grigio quella degli avversari Attilio Fontana e Letizia Moratti. Dimenticando che proprio ieri chiedeva a Letizia Moratti, per il Pd non degna di essere candidata per la presidenza, di appoggiare Majorino. Nel farlo tra l’altro copia anche lo slogan di Giorgia Meloni – “Pronti” – che sul manifesto dem diventa “Noi siamo pronti”, mentre “Loro sono divisi”.

Ma la cosa incredibile, è che in questa contrapposizione tra “noi” e “loro”, in tutti i manifesti fin qui pubblicati dal Pd Lombardia “noi” – i buoni – sono sempre senza mascherina, mentre “loro” – i cattivi, cioè Fontana e Moratti – vengono sempre messi in grigio e con la mascherina. Nella narrazione grafica del Pd dunque la mascherina viene disegnata su personaggi antagonisti, bui, negativi, a sottolineare la loro malversità. Mentre Majorino – il buono – sorridente e senza mascherina.

Cosa vuole dirci con questo messaggio il Pd? Che le mascherine sono cattive? Che le indossano gli sfigati? Che sono le rimanenze di quelle cinesi di D’Alema? Che i buoni non indossano la mascherina? Che sono novax?
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