Il piano inclinato della sinistra Magistratura e legge Zan … di Sergio Pizzolante

Crisi della magistratura e legge Zan rappresentano al meglio, il peggio della sinistra italiana di oggi.
Sono i due paradigmi di una profonda confusione culturale, prima che politica.
In un corpo( quello del Pd), che vuole apparire, democratico, tollerante, occidentale, europeo, socialista, riformista(addirittura!) vivono, in forma confusa e compulsiva, impulsi primordiali, mai estinti, antidemocratici, intolleranti, illiberali.
La santificazione della magistratura, innanzitutto, messa al di sopra di ogni cosa, in forma acritica. Sempre. Santuario della morale pubblica. Superiore in tutto, ad ogni forma di organizzazione umana, sociale, istituzionale.
Tutte le leggi che hanno consegnato il potere assoluto alla magistratura le ha volute il Pd: abolizione dell’ immunità parlamentare, traffico di influenza, reati generici, reati associativi, scambio elettorale, abuso d’ufficio, Trojan. Tutte le norme sulle incompatibilità, che hanno drasticamente ridotto la possibilità per un parlamentare o per un sindaco di avere una vita dopo la responsabilità del momento. E di avere una vita altamente a rischio, durante.
Per questo i migliori ormai escludono l’impegno politico.
Si è consegnato così il potere assoluto al magistrato, meglio, peggio, alle procure, con l’idea di usarle contro il nemico.
E che poi, come stiamo vedendo, hanno usato se stesse per diventare potere prevaricante su ogni potere. Potere spesso violento, con l’abuso della carcerazione preventiva e con l’uso della gogna mediatica, con la complicità della stampa. Travolgendo così ogni equilibrio democratico e umano e civile.
Può chiamarsi democratico un partito che difende tutto questo?
Che non sa vedere lo scivolo verso l’abisso di ogni principio liberale e democratico? Non ci sono più principi solidi, edifici culturali stabili, distinzioni di ruoli, responsabilità istituzionali, solo macerie.
E la Legge Zan.
Per me esistono gli uomini, le donne e la totale libertà di ognuno di essere quello che vuole, di amare chi vuole, di diventare quello che vuole, di andare a letto con chi vuole!
Sono omofobo?
Perché una legge assurda deve poter trasformare in un potenziale discriminatore omofobo uno come me?
Perché, per essere moderno e civile, devo accettare l’idea assurda che non esistano più gli uomini e le donne ma i “generi” basati sulla “percezione di se”. E perché, ancora una volta, deve essere un magistrato a decidere se io offendo, con le mie opinioni, la “percezione di se” di qualcuno o qualcuna o non so cosa.
Anche qui, tutto è confuso, tutto è niente, non ci sono principi, edifici, solo macerie ideologiche. Istinti.
Che compulsano in un corpo finto.
Su un piano sempre più inclinato.
Sergio Pizzolante