Il potere: dov’è? … di Sergio Pizzolante

Il potere: dov’è?
Abuso d’ufficio, traffico d’influenza, intercettazioni, cosa sono?
Cosa sono davvero?
Sono strumenti per garantire giustizia?
No sono gli strumenti del potere di Procure e stampa.
Di magistrati e giornalisti. E dei poteri( miopi!) finanziari che sono dietro i giornali e le televisioni.
Spiego.
Chi non vede lo squilibrio dei poteri in Italia fra, il terzo con il quarto potere, magistratura e media, verso il primo e secondo, esecutivo e legislativo, e’ cieco o finto cieco.
Il principio di tutto fu l’abolizione dell’immunità parlamentare: autonomia e indipendenza della magistratura e immunità parlamentare erano l’equilibrio trovato dai Padri Costituenti: Togliatti, De Gasperi, Nenni.
Perché ognuno aveva paura che l’altro usasse i poteri della magistratura contro l’altro.
Era successo col fascismo.
Lo si voleva evitare nella nascitura democrazia italiana.
E invece, da Tangentopoli in poi, l’equilibrio si rompe, una parte politica usa la magistratura contro l’altra parte politica. Per un bel po’.
Sino a quando, una parte della magistratura, usa una parte politica per se stessa.
Per difendere ed espandere il potere acquisito!
Con la complicità dei media.
Cassese la chiama “magistratura governante”.
Panebianco la chiama “Democratura”.
Uno dei più grandi giuristi italiani, Filippo Sgubbi, parla di “diritto penale totalitario”.
Totalitario. Rientro dalla finestra.
Con buona pace dei Padri Costituenti. Ok?
Questo è il quadro.
Bene, in questo quadro, a che servono abuso d’ufficio e traffico d’influenza e intercettazioni di massa?
All’esercizio del potere.
Ti consentono di diventare potere, primario.
Sopra ogni potere.
Stabiliscono chi comanda.
Ed è un potere ampiamente discrezionale.
Un sindaco appena eletto si becca un avviso di garanzia perché piove e secondo la Procura non ha chiuso in tempo gli scarichi a mare, ad esempio, perché c’è una manifestazione di piazza e non ha previsto un incidente, perché ha ricevuto un imprenditore o un professionista e quello poi viene intercettato mentre parla con un suo collega e gli dice che di una certa opera ha parlato col sindaco.
Boom boom.
Avvisi di garanzia, titoloni dei giornali, intercettazioni parziali e fuori contesto, frasi pruriginose e quel sindaco, quell’amministratore, quel politico e’ morto. Le amministrazioni elette dai cittadini sono morte, le opere pubbliche nemmeno nascono.
Gli elettori si incazzano.
Non col potere vero. Magistratura e media.
Che mai vengono chiamati a pagare.
Ma con chi è vittima del potere vero,
il sindaco eletto.
Ah, dicono, poi se innocenti vengono assolti.
Sì post mortem.
Per l’abuso d’ufficio e’ successo novantacinque volte su cento. 95 per cento.
Con giudizio dei giudici terzi. Non mio.
E’ evidente che non è, non sono, reati, ipotesi di reato, per la giustizia, ma per il potere.
Per il potere.
Chi vuole mantenere un reato che nel 95 per cento dei casi non porta a nulla, se non alla demolizione della volontà popolare attraverso il voto, ci porta, seppur inconsapevolmente, a prima di Togliatti, De Gasperi, Nenni.
Sergio Pizzolante