• Screenshot
  • Il prefetto ai Comuni di Riccione, Misano e Coriano: ”siate pronti a ricevere 200 profughi”

    «Siate pronti ad accogliere fino a 191 profughi». E’ l’avvertimento giunto dal prefetto ai Comuni di Riccione, Misano e Coriano. Così i sindaci cercano posti letto e strutture. L’ultimo incontro in prefettura ha avuto il merito di mettere le cose in chiaro. Quella dei profughi non è più un’emergenza, ma una costante a cui è necessario abituarsi. L’ultima ondata una decina di giorni fa. Erano 50, non poche unità. In provincia ci stiamo avvicinando a quota 800, e Rimini si è stancata di fare l’asso pigliatutto. Adesso tocca anche agli altri, ha detto il prefetto Strano Materia, illustrando quanto è scritto nell’accordo stipulato dall’Anci con il ministero dell’Interno: 2,5 migranti accolti ogni mille abitanti. Ed ecco servite le quote.
    Riccione ospita oggi 27 profughi (12 del progetto Spraar, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, nell’immobile di viale Piemonte). Stando alle quote dell’accordo Anci-Ministero, potrebbero arrivare a 114, quindi 87 in più. A Coriano i profughi sono 17, nell’immobile di Cerasolo che tante critiche ha sollevato in passato. Sono esattamente la metà di quanti potrebbe ospitarne, ovvero 34. Non se la passa meglio Misano che può arrivare a ospitarne 43 in tutto. Oggi sono 10, alloggiati in un hotel in piena zona turistica. «C’è la disponibilità a trovare la migliore soluzione – premette il sindaco Giannini -. Non abbiamo strutture pubbliche da destinare e faremo il possibile per sollecitare i privati. Certo è che stiamo già valutando la possibilità di trovare altre strutture a quella attuale che si trova in zona centrale». A Riccione la giunta cerca spazi e i centri di accoglienza ereditati dagli anni Novanta potrebbero essere la risposta.
    «Siamo consapevoli che non si tratta di gestire una semplice emergenza – premette l’assessore Laura Galli -. Bisogna governare al meglio il fenomeno trovando soluzioni corrette dove poter avviare un percorso di vera integrazione». Tradotto: «Non hotel. I vecchi centri di accoglienza, in parte ancora occupati da chi non ne ha più titolo, potrebbero rispondere alle esigenze». A Coriano abbondano i dubbi. «Impensabile per noi gestire l’accoglienza dei profughi con l’impegno di personale dipendente – dice Mimma Spinelli -. Le associazioni che vogliono operare a Coriano devono comunicare con noi, evitando i problemi del passato». Il Resto del Carlino