Arriva dal Quirinale la parola fine sulla dolorosa vicenda giudiziaria che ha coinvolto Franco Cioni, il pensionato settantasettenne condannato per aver tolto la vita alla moglie, affetta da una malattia terminale. Nella giornata di ieri, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto di grazia che estingue la pena detentiva ancora da espiare, chiudendo così un caso che aveva scosso profondamente l’opinione pubblica per la sua drammaticità umana.
I fatti risalgono all’alba del 14 aprile 2021. Nell’abitazione della coppia a Vignola, nel Modenese, Cioni pose fine all’esistenza della consorte, Laura Amidei, più giovane di cinque anni e ormai giunta allo stadio terminale di una grave patologia diagnosticata nel 2016. L’uomo, incapace di assistere oltre alle sofferenze della donna con cui aveva condiviso cinquant’anni di vita, utilizzò un cuscino per soffocarla nel sonno. Fu lui stesso, pochi istanti dopo il gesto estremo, a contattare i Carabinieri per costituirsi e raccontare l’accaduto.
Il procedimento giudiziario si era concluso con una condanna a sei anni, quattro mesi e venti giorni di reclusione per omicidio volontario. La coppia, che non aveva figli, si era trasferita a Vignola da Modena nel 2013 e, negli anni della malattia, il marito si era fatto carico in totale solitudine dell’assistenza alla moglie.
La decisione del Capo dello Stato di concedere il provvedimento di clemenza, che cancella i restanti cinque anni e sei mesi di reclusione, è maturata a seguito di un’attenta valutazione di diversi fattori. Come precisato nelle motivazioni, il Presidente ha tenuto conto dei pareri favorevoli espressi sia dal Procuratore Generale che dal Magistrato di sorveglianza. Hanno pesato inoltre l’età avanzata e le precarie condizioni di salute del condannato, nonché la particolare condizione di disperazione in cui è maturato il delitto. Elemento determinante è stato anche il perdono concesso dalla sorella della vittima, che non si è opposta alla clemenza per il cognato.












