Il professor Valente ha presentato al Patto per San Marino i nuovi indirizzi di rilancio e di sviluppo dell’economia.

Di cosa ha bisogno l’impresa? Di due cose: regole certe e che queste regole siano riconosciute a livello internazionale. Di cosa ha bisogno un’economia, come quella sammarinese, per essere rilanciata e sviluppata? Di trasformare le decisioni a livello soprannazionale, come quelle derivanti dall’OCSE, che sono tali per tutti i Paesi e che in qualche modo sono state subite, in nuove opportunità.
In questa fase di adeguamento e di recupero, nel bel mezzo di una congiuntura internazionale, che crea non poche difficoltà alle imprese, all’occupazione, e alle entrate dello Stato, San Marino lavora per rafforzare l’economia esistente secondo il modello tradizionale e per attrarre nuovi investimenti.
Questo il senso dell’incontro avvenuto stamani a Palazzo Begni tra l’esecutivo del Patto, una delegazione di governo e il consulente per le Finanze, professor Pier Giorgio Valente.
Obiettivo, illustrare il percorso, gli strumenti, le modalità e i contenuti che dovranno accompagnare la crescita del nuovo modello di sistema.
Si vuole per San Marino una competitività sostenibile, che lo faccia uscire in via sostanziale ed operativa da quell’immagine di Paese offshore, che lo ha segnato così negativamente negli ultimi periodi. Diventare cioè un Paese on-shore ancorando le aziende al territorio; rimodernando l’impianto normativo della fiscalità, vecchio ormai di 25 anni; risolvendo il problema del contenzioso e dell’esterovestizione.
San Marino ha già al suo attivo 22 accordi sulle doppie imposizioni fiscali ed è in regola riguardo allo scambio di informazioni. Entro qualche tempo, c’è la ragionevole ipotesi di chiudere anche con l’Italia l’accordo in materia fiscale e, quindi, di vedere l’entrata in vigore di tutte le intese all’inizio del 2011. Da questa piattaforma, che descrive una inedita credibilità, parte la nuova immagine di San Marino: non più un problema, ma un’opportunità economica compatibile con il quadro internazionale, dove gli operatori economici dovranno essere i primi protagonisti del nuovo percorso di sviluppo.
Il Patto ha preso atto con compiacimento degli indirizzi operativi del governo e ha suggerito di presentarli nel prossimo Consiglio per l’avvio di un dibattito e di un confronto che veda impegnate tutte le forze politiche. E affinché i primi provvedimenti legislativi possano essere avviati all’iter di approvazione in tempi brevissimi.