Il Pulitzer per la prima volta premia il giornalismo on line.

il premio più importante di questa edizione 2011 è andato al Los Angeles Times, giornale che non se la passa economicamente troppo bene (non è l’unico, purtroppo) ma sicuramente blasonato. Il Premio per il “Servizio Pubblico”, la medaglia considerata più importante di tutte, è andato ad un servizio che ha smascherato la corruzione in una piccola cittadina della California, Bell, 37 mila abitanti, dove gli amministratori pubblici alzavano le tasse ai cittadini per riuscire a gonfiare a dismisura i propri stipendi. Giornalismo d’inchiesta vecchio stile, insomma.

Ma la grande novità è costituita dal fatto che per la prima volta, quest’anno, è stato premiato anche il giornalismo sul web. Un trionfo per l’informazione on line di ProPublica, sito internet di giornalismo investigativo: a guadagnarsi il primo posto nella categoria “National Reporting” è stato il reportage firmato da Jesse Eisinger e Jake Bernestein sugli intrighi delle banche americane che a Wall Street, in piena crisi, sono riuscite ad arricchirsi ulteriormente alle spalle dei cittadini.

A questo punto si può aprire una piccola parentesi sul rapporto tra carta stampata e informazione on line. Se da una parte è sempre più difficile far quadrare i conti per i giornali tradizionali, dall’altra parte della barricata si incominciano a vedere (oltre Oceano, almeno) ingenti investimenti in testate che oggettivamente possono incominciare a far concorrenza agli old-media. Perché senza investimenti non si possono realizzare reportage capaci di vincere un Pulitzer, per intenderci, o comunque è molto difficile fare giornalismo di qualità.

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