Per stampa intendo l’informazione in senso generale. Carta stampata, on Line, telegiornali, Talk, ect.
Naturalmente non tutta, ma un bel po’.
Cosa voglio dire? Adesso lo dico.
Dopo l’intervista a Lavrov da parte di Brindisi su Rete 4 è scattata una reazione quasi corale, di difesa castale. Da parte dei giornalisti, di ogni tipo, con ogni elmetto, a favore del diritto di intervistare Lavrov.
Con un fuoco di sbarramento verso ogni iniziativa parlamentare tesa a contenere l’eccesso di esibizione del nemico in tempo di guerra.
Come si permette il Parlamento, questa cloaca a cielo aperto, di intervenire sulla informazione.
Come si permette?
È una strana concezione della democrazia quella dei giornalisti, il Parlamento non ha diritto di parola, la stampa ha diritto a fare tutto.
Torno al punto.
Noi siamo in guerra.
Diamo armi per combattere, decidiamo sanzioni durissime, come non mai, come solo in tempo di guerra. Stiamo di qua. Con l’Ucraina, con l’Occidente, contro chi ha invaso l’Ucraina, contro chi ha dichiarato guerra all’Occidente.
L’ha deciso il Parlamento, l’ha ribadito con chiarezza cristallina il Capo dello Stato.
Chiaro?
In questo contesto si fa fare un comizio televisivo al numero due del Cremlino ( quello a Lavrov clamoroso, ma ormai ci sono russi dappertutto, in tutte le televisioni).
Che ha due obiettivi chiari.
Dire che gli ucraini sono nazisti per giustificarne lo sterminio, dirlo all’Italia, considerata, da Putin, l’anello debole dell’Europa, per dividerla.
Un uno-due micidiale.
Di questo si tratta.
Non c’entra nulla la libertà di stampa.
C’entra il tema della complicità, consapevole o no che sia, con il nemico.
Si poteva immaginare un comizio alla televisione inglese di Goebbels?
Dicono, ipocriti, ipocriti, che così gli italiani possono conoscere quello che pensano i russi.
Ipocriti.
Lo sanno.
E a molti piace.
E molti hanno paura.
Questo è il dramma.
I russi vogliono far crescere la paura, il terrore.
E agiscono sull’Italia, soprattutto.
Affinché l’anello debole si rompa.
Questo è il punto, che la casta dei giornalisti non capisce o fa finta.
Distruttivi.