“Il segretario sorridente è stato folgorato sulla via di Damasco dal vescovo di San Marino”.
Così si esprime l’ex segretario di Stato alla Cultura Romeo Morri nei confronti del suo successore in contrada Omerelli, Giuseppe Maria Morganti, accusato da Morri anche di non aver favorito ma al contrario “peggiorato” i settori di sua competenza riguardanti “cultura, scuola e università”.
Ma non si tratta di una polemica polita su tali temi. L’ex segretario di Stato interviene infatti sul tema del momento, quello dei migranti e dichiara a Giornalesm.com: “Prendere a San Marino un po’ di rifugiati è un gesto di grande umanità che viene sostenuto da due segretari di Stato, sia Morganti sia il responsabile della politica estera Pasquale Valentini. Senza rendersi entrambi conto che San Marino non è più quella di un tempo ma oggi sembra riempita solo di belle parole, balzelli, vecchie ruberie ed errori di ogni sorta. Potrebbero accoglierli a casa loro – prosegue con sarcasmo Morri – dato che li vogliono ma poi propongono la colonia di Pinarella di Cervia in Italia e non in Repubblica. Perché sul Titano – aggiunge – ci sono tanti cittadini sammarinesi che si rivolgono alla Caritas a San Marino”.
“I migranti – spiega l’ex segretario Morri – sono un problema di proporzioni planetarie che va affrontato con serietà e coerenza, non con belle parole. Cari segretari di Stato – afferma – dalle parole facili, la cultura dell’accoglienza non è propaganda e qua a San Marino, come recita un antico adagio, sono finite le noci a Baracucco e il nostro piccolo paese di 30mila anime non ha bisogno di tante cose ma di onestà, lungimiranza e tanta democrazia, non come per i referendum”.
“Io non mi stancherò mai – conclude come fondatore dell’associazione Araba Fenice – di dire che la cultura di un paese si misura specialmente seguendo accuratamente malati, anziani, bambini e portatori di handicap e quando si può dare una scuola che include veramente, una cultura sammarinese e una Università che funzioni. Basta – termina Romeo Morri – di buttare fumo negli occhi dei sammarinesi”.
F.C.