L’indice Pmi servizi è salito a 52 punti a luglio, oltre le attese degli economisti. L’attività del settore privato della zona euro ha segnato una crescita leggermente più forte del previsto grazie alla Germania dove però si è smorzato l’ottimismo delle aziende dopo Brexit. Il Ftse Mib consolida il rialzo
Piazza Affari conferma il rimbalzo (+0,52% a 16.181 punti l’indice Ftse Mib) dopo che si è rafforzata l’attività del settore servizi italiano a luglio, segnando il secondo mese consecutivo di crescita. L’indice Pmi servizi, elaborato da Markit/Adaci, è infatti salito a 52 punti lo scorso mese dai 51,9 del mese precedente, confermandosi sopra la soglia dei 50 punti che separa la crescita dalla contrazione. Il dato è superiore alle attese degli economisti a quota 51.
Secondo quanto emerge dall’indagine Markit, la creazione di nuovi posti di lavoro nel terziario è risultata a luglio la più sostenuta da quasi nove anni; tuttavia le aziende sono apparse meno ottimistiche per il resto dell’anno come non sono state dal novembre 2013, a segnale di come il processo di nuove assunzioni potrebbe subire un rallentamento. Il sotto indice relativo ai nuovi contratti è salito a 52,3 da 52,1 di giugno.
Il Pmi manifatturiero italiano, pubblicato l’altro ieri, ha evidenziato a luglio la crescita del settore più lenta da un anno e mezzo. Così l’indice Pmi composito, sintesi di manifattura e servizi, è risultato in calo a luglio a 52,2 punti dai 52,6 di giugno. Dopo una crescita del pil dello 0,8% nel 2015, gran parte degli economisti prevede per quest’anno per l’Italia un’espansione leggermente inferiore all’1% e ancora più bassa per il 2017.
In Germania il settore servizi è andato molto bene, anche se si è smorzato l’ottimismo delle aziende dopo il voto britannico sulla Brexit. L’indice Pmi composito finale è salito a 55,3 da 54,4 di giugno e il sottoindice dei servizi si è portato ai massimi di due mesi a 54,4 (lettura flash 54,6) da 53,7 di giugno. “Ma se da un lato le aziende si aspettano che i livelli di attività continuino a crescere nel corso del prossimo anno, dall’altro il sentiment positivo è sceso ai minimi di otto mesi per i timori legati agli effetti del voto di giugno sulla Brexit”, ha sottolineato Oliver Kolodseike, economista di Markit.
E se è risultata in ripresa a luglio l’attività delle imprese francesi del settore servizi, più di quanto si pensava all’inizio del terzo trimestre: il Pmi servizi ha infatti raggiunto quota 50,5 da 49,9 di giugno e da 50,3 della lettura preliminare e il Pmi composito 50,1 da 49,6 di giugno e da 50 della lettura preliminare, la crescita del terziario spagnolo ha segnato un rallentamento a 54,1 da 56 di giugno.
A conti fatti, l’attività del settore privato della zona euro ha segnato una crescita leggermente più forte del previsto a luglio. L’indice composito finale Pmi si è attestato il mese scorso a 53,2, sopra la stima flash di 52,9 e la lettura di giugno di 53,1. E’ da metà 2013 che l’indicatore resta sopra la soglia di 50 che divide la crescita dalla contrazione.
“Un gradito rialzo nei numeri finali del Pmi presenta un quadro leggermente migliore rispetto al rallentamento segnalato dalla lettura flash ed è in modo particolare incoraggiante in quanto suggerisce che la regione nel complesso non ha visto un particolare contagio dal voto sulla Brexit”, ha sottolineato Chris Williamson, chief economist di Markit. Ha accelerato anche la crescita del solo settore servizi, con il Pmi relativo passato a 52,9 da 52,8 di giugno e da 52,7 della stima flash.
Mentre Piazza Affari consolida il rialzo, non stanno al passo Francoforte (-0,25%), Parigi (-0,60%) e Londra (-0,14%). Lo spread Btp/Bund scambia a quota 125 punti base con il rendimento del decennale italiano all’1,21% e l’euro prima dei dati sopra quota 1,12 dollari, ora scende a 1,1193. Mentre si ridimensiona modestamente la discesa del biglietto verde nei confronti dello yen, per quanto dal punto di vista tecnico il cross guardi alla soglia critica di 100.
Milano Finanza.it